Ieri sera nello storico Palazzo Cusani nel cuore di Milano, il Gen. Antonio Pennino ha accolto Tullio de Piscopo, il grande percussionista di origine napoletana e milanese d’adozione, che incantanto il pubblico con la serata “San Gennaro ambrosiano”, con musica, poesia e tradizione culinaria partenopea con “casatiello e ziti con pomodori e ova” offerti da Rosso Pomodoro di Carugate con un sottofondo di immagini di Napoli e le note di “Napule” di Pino Daniele.
L’abbraccio di Milano e Napoli è stato particolarmente significativo anche con le scuole miliari dell’Esercito della Nunziatella, e quella più recente della Teuliè. Oltre al numeroso pubblico, alla serata hanno partecipato anche molti napoletani che si sono distinti nel capoluogo lombardo. Sul palco di Palazzo Cusani si sono esibiti l’avv. Bruna Lepre ed il padre, il magistrato Mario Lepre, accompagnati dalle note della violinista Gemma Fabriano, da Salvatore Bellizzi – percussionista, da Angelo Cappelletti – chitarrista, da Maurizio Sonzini– pianoforte e Benito Croce al mandolino con canti tipici del repertorio napoletano quali: Simme Napoli Paesà, Tammuriata nera e Maruzella, ai quali ha fatto seguito un intermezzo con la lettura di “ A’ livella di Totò” da parte del giornalista Nicola Cecere , ed un programma musicale con particolare riferimento alle due grandi guerre e immigrazione. Durante la serata si sono avvicendate anche storie e testimonianze avvincenti tra nord e sud come quella del Cav. Patrizio Podini del Gruppo Lillo spa, che lo scorso anno ha festeggiato i 20 anni di attività; Mario Tarantino proprietario del centro commerciale di Carugate –Rosso Pomodoro; Biagio e Nello Lubrano fondatori della Fratelli Lubrano Fashion Group a Napoli agli inizi degli anni ’70 e successivamente fondatori di Panorama sui Navigli ; Isidoro Odin con la storica pasticceria Gay Odin aperta a Napoli nel 1922 . In conclusione la serata è stata allietata dal panettone di Vergani , la storica azienda dolciaria che ha festeggiato i 70 anni con maxi-panettone di 70 chili.
di Daniela Paties Montagner