Roma, 12 ottobre
Mercoledì 14 ottobre, in tutte le sale cinematografiche italiane, uscirà il film Suburra di Stefano Sollima. Approfittando dell’offerta CinemaDays, fino al 15 ottobre, al costo di tre euro, si potrà assistere alla proiezione che vede protagonista una Capitale “divorata” dalla corruzione, collusioni e malavita.
La storia di Suburra, basato sul romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, comincia sette giorni prima del fatidico 12 Novembre 2011, quando Silvio Berlusconi rassegna le sue dimissioni da Presidente del Consiglio, e Papa Ratzinger abbandona il ruolo di pontefice. Il film è, dunque, incorniciato da due abbandoni “paterni” e racconta l’assenza delle figure maschili di riferimento nella società italiana, attraverso le avventure di un gruppo di uomini cui viene continuamente ripetuto di non essere all’altezza del proprio genitore.
Filippo Malgradi, interpretato da Pierfrancesco Favino, è un politico corrotto e dissipato. Si caccia in un ginepraio senza fine, dopo aver passato la notte con due escort, una delle quali minorenne. Sebastiano, interpretato da Elio Germano, è un organizzatore di feste vip abituato a fare il vaso di coccio fra vasi di ferro. Alessandro Borghi, nelle vesti di Numero 8, è un giovane boss della malavita di Ostia che sogna di trasformare il litorale romano in una Las Vegas. Infine Giulia Elettra Gorietti nelle vesti di Sabrina, l’escort, e Viola, interpretata da Greta Scarano, la compagna tossica di Numero 8. Perno del gioco è il Samurai di Claudio Amendola, un ex componente della Banda della Magliana. I destini di tutti i personaggi sono destinati ad incrociarsi illuminando il legame che esiste da sempre, o almeno dai tempi della Suburra romana, fra criminalità e potere politico.
Dopo ACAB e la serie televisiva Gomorra, Sollima si cimenta in questo “romanzo criminale”, imprimendo alle vicende e ai personaggi un incalzante ritmo narrativo. La sua regia è energica e bizantina: usa in maniera impeccabile le inquadrature calibrate al millimetro e la fotografia opulenta di Paolo Carnera. È questo sarà motivo evocativo per il pubblico. La sceneggiatura è firmata da Stefano Rulli, Sandro Petraglia, De Cataldo e Bonini.
Azzeccato il cast, su cui giganteggia Pier Francesco Favino in un’interpretazione che ha mille sfumature, evidenti già dalla prima scena. Lo affiancano: un solidissimo Claudio Amendola, l’unico personaggio veramente “adulto”, Elio Germano, untuoso publicist senza spina dorsale, Alessandro Borghi, nitido e potente, Giulia Elettra Gorietti, escort fragile e corrotta e Greta Scarano, tossica fedele e a suo modo coerente.
Suburra mostra una conoscenza approfondita delle dinamiche politiche e del sottobosco del generone romano. La grandezza potenziale di Sollima è visibile in alcune scene significative che vedono protagonista il Samurai: il suo rapporto con Malgradi, sua madre e Numero 8. Non è un caso, essendo il Samurai l’unico padre la cui “idea sopravvive nel cuore”, in questa storia di figli bastardi i cui “i referenti non esistono più”, dove tutti tradiscono tutti e nessuno crede più a niente.
di Donatella De Stefano