Un nuovo talento della scuola Laborart Centro Artistico di Gragnano, si fa strada nel mondo del cinema e delle serie tv. Stiamo parlando di Domenico Cuomo, tra i protagonisti del terzo episodio della serie tv “Il commissario Ricciardi”, basata sui romanzi dello scrittore Maurizio De Giovanni, in onda lunedì 8 febbraio su Rai1. Classe 2004, Domenico Cuomo, vive a Gragnano e frequenta il quarto anno del Tecnico Turistico. Studia recitazione dal 2015 presso la scuola Laborart di Gragnano, di Imma Cuomo e Rosaria Cannavale, dove ha potuto costruire le basi della sua formazione artistica. Il giovane attore, prima di approdare sul set de “Il commissario Ricciardi”, ha fatto il suo esordio in “Gomorra La serie 3”, per poi passare in altre tre serie di successo: “L’amica geniale”, “Catch 22” di George Clooney e “Mare fuori” diretta da Carmine Elia, di cui la seconda stagione è in fase di scrittura. Abbiamo raggiunto telefonicamente il giovane artista per una chiacchierata molto piacevole che sintetizziamo per voi. Buona lettura!
Lunedì 8 febbraio sarai nel cast del terzo episodio de “Il commissario Ricciardi”. Cosa hai provato ad essere diretto da Alessandro D’Alatri?
«Essere diretto da Alessandro D’Alatri è stata un’esperienza bellissima, poi adoro i film in costume. Lui dà piena libertà agli attori, spiega passo per passo il personaggio, lo stato d’animo e il risultato che deve venir fuori da ogni singola interpretazione. Mi sono trovato bene anche con Lino Guanciale e Antonio Milo, mi hanno trasmesso molto. Ho potuto rubare tanto e spero di averlo fatto al meglio. Il mio personaggio è Andrea Capece, un ragazzo che dimostra più della sua età, maturo, responsabile e coraggioso, che si fa carico della sua famiglia, proteggendola e sostenendola».
Lino Guanciale e Domenico Cuomo
Prima di interpretare il ruolo di Andrea Capece, nella serie “Il commissario Ricciardi”, quali sono stati i tuoi precedenti lavori?
«Ho esordito in “Gomorra La serie 3” nei panni di Cosimo, nipote di Enzo Sangue Blu, poi sono entrato nel cast de “L’amica geniale”, nel ruolo di Antonio Cappuccio (da bambino), primogenito della famiglia Cappuccio. Dopo queste due esperienze è arrivata l’opportunità di prendere parte alle serie di George Clooney “Catch 22”, nei panni di Lorenzo, un ragazzino italiano impegnato come tuttofare nella base militare americana in Sardegna. E ancora “Mare fuori” diretta da Carmine Elia, nel ruolo di Gianni detto Cardiotrap».
C’è un personaggio tra quelli che hai interpretato, che ti ha preso particolarmente?
«Amo tutti i personaggi che ho interpretato, però ovviamente il più complesso ed articolato è stato Cardiotrap nella serie “Mare Fuori”».
Quindi l’esperienza più significativa è stata “Mare fuori” ?
«Si Patrizia sia da un punto di vista artistico che umano. Un’esperienza a tutto tondo, illuminante, gratificante sotto ogni aspetto, anche perché ho conosciuto molti attori giovani, promettenti e bravissimi e poi ho avuto la fortuna di lavorare con Carmine Elia che è un grandissimo regista. Sul set si era creata una bella armonia. Eravamo una grande famiglia. Io ero l’attore più piccolo, quindi sono stato molto coccolato e trattato come un fratellino, e questo è stato molto bello per me. Siamo ancora in buoni rapporto e in contatto. Non c’è ancora ufficialità della seconda stagione, ma io lo spero, soprattutto per vedere l’evoluzione di Gianni detto Cardiotrap, il mio personaggio».
Quando ti sei avvicinato alla recitazione?
«Ho iniziato a studiare nel 2015 presso la scuola Laborart Centro Artistico di Gragnano, città in provincia di Napoli, dove attualmente vivo. Da piccolo ho praticato molti sport, tra cui il calcio, Karate, ma la recitazione ha avuto la meglio, così mi sono dedicato anima e corpo allo studio e non mi sono più fermato».
Cosa ti attrae di questo mondo?
«La cosa che più mi affascina del mestiere dell’attore è quello di emozionarsi nell’interpretare un ruolo, ma allo stesso tempo emozionare il pubblico che ti guarda».
di Patrizia Faiello