L’intervista:
Maestro Dashi è per me un onore ed un piacere poterLa incontrare ed intervistarLa qui a Milano, in occasione dell’Esposizione Universale. Lei è un artista poliedrico: scultore, grafico e gioielliere. La Sua arte si ispira ad antiche culture e stili artisti artistici delle steppe eurasiatiche, al pensiero buddista e alla mitologia sciamanica. Come nasce in Lei l’attrazione verso culture così diverse? Sono nato in un ambiente culturale che oggi è ormai scomparso. Alludo al sistema sovietico, che era chiuso ermeticamente al resto del mondo. Oggi invece siamo tutti uguali, indossiamo dei jeans, e questo processo non si può fermare. Io sento che questa mondo della cultura buriata mi manca, e mi sento legato ai miei antenati. La Buriazia è situata nella regione centro-meridionale della Siberia, lungo la costa orientale del lago Bajkal e la popolazione è costituita da Buriati di origine mongola che vivono in Russia, distinguendosi così dal popolo mongolo che vive in Cina. I mongoli che vivono in Cina infatti sono più simili ai cinesi ,e i mongoli che vivono in Russia sono più simili ai russi ed alla cultura occidentale.
Lei è considerato, dalla critica attuale, uno dei più famosi scultori russi contemporanei. «La sua arte non conosce confini: né territoriali, né di spazio o di tempo». Cosa si intende con questa affermazione? Per me l’arte è la cosa più sorprendente che succede nella mia vita. Fin da quando ero studente pensavo che le mie opere sarebbero potute piacere ed interessare unicamente alle persone del mio villaggio, e quando nel 2000 a Irkutsk– a quel tempo avevo 32 anni , ho fatto la mia prima mostra, ho avuto un successo eccezionale, che mi ha molto stupito. Da lì sono stato invitato a Mosca, in America, in Giappone ed in altri paesi del mondo. L’arte uno c’è l’ha o non ce l’ha. L’importante è credere o non credere nell’arte.
Cosa intende esattamente con il termine “arte”? Mi occupo da una vita di arte, ma è un concetto troppo difficile da esprimere in poche parole. Ad esempio, però, rimanendo in tema ed ambito di Expo, al Padiglione Italia c’è una parte che mi ha colpito e che mi è molto piaciuta, ovvero quella dove c’e’ un plastico raffigurante il mondo senza l’Italia. Questa è ovviamente una provocazione, e se non vi fosse l’Italia, mancherebbe una parte fondamentale della cultura mondiale! Io sono stato stato nominato membro onorario dell’Accademia delle Arti di Firenze e questo è per me un grande onore!.
Lei ha esposto al Padiglione della Russia durante l’Esposizione Universale di Milano 2015 , con quale criterio ha scelto le Sue opere? Qui ho presentato prevalentemente disegni e schizzi, ed alcune opere scultoree come ad esempio “the guardian”, in quanto avevo da poco finito una mostra in Cina e sono riuscito a portarle qui, non avendo tra le mie opere d’arte qualcosa che fosse in tema con Expo e con il cibo.
Tra le varie opere , oltre a “Il guardiano”, emblema delle immagini simboliche di oggetti rituali dello sciamanesimo e delle divinità buddiste guardiane della fede, c’erano anche “La danza dello sciamano” e la “Danza del rio delle Amazzoni” per fare un esempio. Tra queste opere ce n’è una in particolare alla quale Lei e’ particolarmente legato e perché? Il tema dello sciamanesimo in generale sta al centro della mia opera artistica per un legame molto personale. Quando anni fa mi sono ammalato, la medicina tradizionale non mi ha aiutato, e sono guarito solo quando mi sono rivolto ad uno sciamano. Da quella volta il mio legame con questa religione è molto forte.
Lei ha fatto mostre importanti al Museo Statale di Arte Orientale di Mosca, all’Hermitage di San Pietroburgo, oltre che numerosi musei in Russia, Finlandia, Cina, Stati Uniti, Finlandia, Gran Bretagna e Giappone. Cosa significa per Lei essere qui all’Esposizione Universale di Milano? E’ la prima volta che vengo ad Expo e mi sembra grandioso! Non mi aspettavo così tanta gente. Mi hanno spiegato che ci stiamo avvicinando alla fine, e che in certi padiglioni ci sono file sino a 5 ore di attesa. Si tratta di un’occasione straordinaria se si pensa che così tanti Paesi si sono uniti qui a Milano, per parlare di un tema così importante e fondamentale come quello del cibo.
Intervista di Daniela Paties Montagner a Dashi Namdakov nel Padiglione Russia a Expo Milano 2015