Pino Stumpo e il gruppo dei TwentyRock, rappresentano quel progetto, quell’idea di dar voce e far vivere con la musica l’impegno sociale. Non sono i primi a farlo, e non saranno certamente gli ultimi, ma il sound ha avuto risposte positive nelle loro apparizioni ai concerti nei locali e in alcune piazze. I loro brani bandiera – dai testi che vanno dalle problematiche ambientali, alla Striscia di Gaza e agli sbarchi nel Mediterraneo, per finire con omaggi ai grandi della terra che hanno fatto storia e, poi passare agli interessi economici e politici, come la costruzione di armi e lo sfruttamento delle risorse del pianeta senza rispetto per le generazioni future, sono diventati una scia da seguire per tutti coloro che hanno avuto modo di ascoltarli e conoscerli. Ma chi sono i TwentyRock? A parlarci e raccontarci del gruppo è Pino Stumpo, voce e compositore di tutte le canzoni.
Pino Stumpo, cortesemente, ci accompagni alla scoperta di questa giovane band, calabrese docRock, di cui sei compositore e voce, partendo proprio dal “dove, come e quando” è nato il gruppo dei TwentyRock…
In parole povere, i TwentyRock nascono dall’unione di due generazioni di musicisti, tra due piccole città Cutro e Cotronei, della provincia di Crotone. Siamo nella terra della Magna Grecia, all’ombra del tempio di Hera Lacinia, della Scuola di Pitagora e dei pini del Parco Nazionale della Sila. Ecco, il gruppo si forma nel 2012 nella città di Cutro ma necessita di una voce che dia sfogo al proprio sound, un cantante.
E a questo punto vieni fuori tu…
Già, e mi unisco al progetto. Oltre che cantante sono autore dei testi e delle musiche.
Come sono iniziati i rapporti tra voi, c’è stata subito consonanza oppure è stato faticoso coordinare i punti di vista?
Tra noi è nata da subito una buona intesa, e così è stato con gli arrangiamenti dei musicisti…
Pino, prima di andare avanti, non abbiamo detto ancora chi sono i componenti dei TwentyRock. Per favore, lo facciamo adesso?
Certamente. Siamo cinque in tutto: Luigi Donnici (il chitarrista), Francesco De Luca (il bassista), Rosario Tambaro ( il tastierista), e Josè Pace (il batterista) e naturalmente io (la voce e il compositore).
Torniamo all’intesa di cui si parlava pocanzi. Qual è il segreto, secondo te?
Il segreto sta proprio in quell’unione basata anche sul frutto di esperienze musicali diverse: da una parte il Rock e dall’altra un mix di generi che è poi caratterizzante l’anima del gruppo.
Ma quand’è che arriva il momento di far conoscere la vostra musica al pubblico?
Arriva con le prime timide esibizioni nei locali del paese, per aprirsi a quelle più sdoganate in tutta la provincia di Crotone e non solo (tra i quali due unplugged al Museo di Arte Contemporanea MACK di Crotone), prima, fino a giungere alle grandi manifestazioni come il Pignera Music Fest, oppure con l’incarico di opening act ai concerti dei Bisca (dicembre 2012), degli Almamegretta (dicembre 2013), senza dimenticare la partecipazione al concorso Musica Contro le Mafie (2014) e quella alla Fiera Internazionale della Musica di Genova, dello scorso maggio, e ancora l’opening act della Bandabardò ad agosto di quest’anno.
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Bello exploit in così poco tempo per una band rock all’esordio nel panorama musicale del nostro Paese. Pino, in due righe, dovendo fare il profiler dei TwentyRock, diresti che…
Lo posso fare anche in meno: ci si proietta verso un progetto non solo di musica ma anche d’impegno sociale.
Interessante. Musica e impegno sociale: puoi approfondire con qualcosa di più…
L’impegno sociale fa’ da padrone nei nostri testi e non manca il richiamo ai grandi della terra, protagonisti di quella parte di storia positiva della nostra umanità (per esempio Martin Luther King, Mahatma Gandhi, Nelson Mandela, Miriam Makeba, Lennon etc). I brani seguono la scia dell’impegno sociale, senza tralasciare nessuna direzione e nessuna problematica che affligge il nostro genere umano, composto, per la maggior parte, da gente che ama vivere ma che spesso si trova davanti a prepotenti che guardano solo ai propri interessi, fatti di denaro e politica, pronti alle peggiori azioni a discapito di qualsiasi altra cosa.
Qualche titolo delle canzoni?
Beh, come no, eccoli: Mediterraneo, Via di qua, Quelli come voi, Zeljko, Rivoluzione, Soluzioni, Impression, Non mi va, 15 Secondi…
Pino, finiamo la nostra chiacchierata rivelando buoni propositi e progetti per il futuro. Del resto, ognuno di noi ha dei desideri, ognuno di noi ha un sogno da realizzare, ma qual è il tuo e quello dei TwentyRock?
Il nostro è semplice: è quello di poter dar vita ad un primo lavoro discografico di 11 brani tutti inediti, per portare avanti delle idee che aprono alcuni cassetti chiusi. E, ormai, sono sicuro che non manca molto!
Come mai tutta questa sicurezza, c’è altro che non puoi dire o…
Sai, a parte tutto il lavoro che si sta facendo per migliorare e crescere professionalmente – magari non vuol dire nulla e invece è un buon auspicio – ma mi è capitato un fatto alquanto curioso. Ero all’aeroporto di Lamezia Terme, per un viaggio di lavoro, quando ho visto il grande Mogol dirigersi dall’uscita degli arrivi, verso di me con un bel sorriso stampato sul viso. Li per li ho pensato ad una casualità. Poi, invece, è venuto a stringermi la mano e cordialmente ha iniziato a parlare del più e del meno. A quel punto, anche se a malincuore, è stato spontaneo dirgli del probabile equivoco: non ero io la persona che stava cercando. La cosa bella è stata salutarci da buoni amici e portarmi via le sue scuse e l’aneddoto da raccontare a casa, a familiari e conoscenti. Visto che non credo alle coincidenze, la cosa che spero, è di rincontrare Mogol un giorno, e questa volta salutarlo…ma senza possibilità di equivoci!
Curiosità a sound di (Twenty)Rock. Il nome è un gioco tra le parole venti numero e vento: Venti Rock, in inglese, per i ragazzi suonava meglio e così ecco i TWENTY ROCK. Il brano Via di qua parla dell’amore verso la propria terra, di quel combattuto sentimento che comporta, per ovvie ragioni – quale per esempio la scarsa opportunità di lavoro- al pensare di lasciarla e allo stesso tempo l’inconsulta voglia di rimanere e cercar di cambiare le cose. Invece, in Mediterraneo, si parla di emigrazione, di immigrazione e di sbarchi senza abbandonare lo spirito di unione e cooperazione dei popoli del bacino del mediterraneo. Per quanto riguarda il video di quest’ultima canzone, questo è stato realizzato da Pino Stumpo grazie alla tecnica di un collage di più foto e l’uso di vari colori. Chiudiamo con un post in bacheca del cantante:”Stiamo cercando il batterista… anche se da tempo è già nella nostra cerchia di musicisti e collaboratori!“.
Maria Anna Chimenti
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