La questione dei vaccini AstraZeneca ha fatto sì che quel coro fortemente Europeista potesse frantumarsi al primo importante respiro: non ci stupisce che la Germania rinvigorita più degli altri, abbia deciso di frenare la distribuzione del lotto vaccinale (adottando l’etica precauzionale) in seguito a reazioni avverse poco chiare; mentre l’AIFA in Italia seguiva il semaforo nei tempi di ritardo ‘politico’.
È questa forse la sostanziale differenza, (noi) continuiamo a pagare l’inadeguatezza di un Cts che sa di essere un formicolaio burrascoso e che tende frettolosamente a trattenere dati nella -babele scientifica- mentre i tedeschi ‘organizzati’ applicano
l’incrocio delle competenze direttamente sul campo, passando per testimonianze già reperite. Ci sono ulteriori notizie pubbliche?
Non mi pare. Ciò è lo stesso identico motivo che induce i cittadini italiani a non fidarsi dei -referenziati- che invadono i salotti televisivi e che a tutti i costi vorrebbero instillare l’unica coscienza possibile, ossia quella di ‘vaccinarsi’ qualunque esso sia il vaccino prescindendo dal riscontro poco bastevole. Ed è in questo punto specifico che si dovrebbe alzare il warning cercando tasselli nella traduzione del contratto modulato con la big Pharma, senza avere il troppo timore di cercare una cristallina trasparenza. Che fare, restiamo dunque sospesi?
Per il momento consiglierei di virare come la Germania sollevando una quantità di veli tangibili con il resto del sapere scientifico Internazionale senza essere condizionati, senza strappare il poco tempo per la fantomatica ‘rincorsa’.
Finora è mancata la strada con i suoi vigili più attenti; ridateci il cenno di una democrazia che non sia collaterale al solo nesso di affidarci precipitosamente il primo vaccino che ci capita: avete fatto una figura irreversibile per certi versi, non conoscevate la foresta e avete scambiato lo sterpaio per un bel
-giardino verde-.
Massimiliano De Stefano