L’Italia è seconda nell’Ue, almeno per il numero di cittadinanze concesse a stranieri (fonte Eurostat). Ad oggi la cittadinanza italiana si basa sul principio dello ‘Ius sanguinis’ (diritto di sangue), in base al quale il figlio nato da padre italiano o da madre italiana è italiano. I cittadini stranieri, tuttavia, possono acquistare la cittadinanza italiana se risultano essere in possesso di determinati requisiti. Innanzitutto, la cittadinanza può essere concessa per matrimonio (i casi sono espressamente specificati dalla legge); in secondo luogo, può essere acquisita per ‘residenza italiana’, ma con limiti ben definiti e, infine, lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, può dichiarare di voler eleggere la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data.
L’attenzione posta sullo “Ius culturae”, nella proposta di legge Polverini, si concentra solo sui bimbi stranieri che abbiano concluso un ciclo di scuole primarie.
Recita il testo: “Lo straniero, nato in Italia e che abbia completato il corso di istruzione primaria secondo la disciplina vigente risiedendovi legalmente fino a tale data, diviene cittadino mediante dichiarazione resa in qualunque momento”.
Qualora si trattasse di minore, la dichiarazione sarebbe resa dal soggetto che esercita la potestà dei genitori secondo l’ordinamento dello Stato di origine.
Infine, lo straniero nato in Italia acquisterebbe la cittadinanza italiana, a condizione che alla data di presentazione dell’istanza risieda legalmente da almeno tre anni nel territorio della Repubblica, previo superamento di un esame che ne accerti la conoscenza della cultura e della lingua italiana nonché dei principi e delle norme fondamentali dell’ordinamento italiano.
é proprio su questo punto che il candidato a sindaco per la Capitale del movimento “Italia, tradizione e futuro”, Andrzej Krzysztof Krzton, polacco, ma anche cittadino italiano, meglio conosciuto su tutta Parma con il nome di “Angelo”, si è espresso certamente in favore della bozza Polverini, con un’evidente aggiunta però: «Dare un premio per chi applica doverosamente il far frequentare e concludere almeno un ciclo di scuole primarie ai propri figli, ovverosia la possibilità di estendere la cittadinanza ai genitori». La proposta estenderebbe il beneficio della cittadinanza in favore di chi rispetta le regole, anche agli stessi «studenti che dovrebbero essere sostenuti nelle prime attività lavorative, al fine di garantire un inserimento serio nel mondo del lavoro, vero punto dolente se si pensa a quanti giovani poi riescano a collocarsi dopo un percorso di studi».
Massimiliano De Stefano