Depositata denuncia al compartimento polizia postale dell’avvocato Carlo Priolo del direttivo “Democrazia del Popolo”- terrorismo istituzionale – violazione libertà di autoderminazione – ostacolo diritto di difesa e possibile collusione camorra napoletana
Una denuncia di 375 pagine, 25 documenti, registrazioni audio video. Narrazione di fatti efferati ricchi di riscontri oggettivi, desertificazione di diritti e libertà costituzionali, violazione delle normative nazionali e sovranazionali, dominio di figure istituzionali sui soggetti più vulnerabili, regime monopolistico del potere giudiziario, sequestri di Stato figli e genitori, concentrazione del potere economico nelle multinazionali finanziarie e produttive di beni e servizi.
L’esponente di “Democrazia del Popolo” segnala da anni di essere oggetto di una massiva azione di delegittimazione e di impedimento all’esercizio della funzione difensiva ed in questa ultima denuncia formula precise vicende ed indica nominativi. In particolare nel caso giudiziario che ormai segue da 10 anni simile ai casi di Bibbiano e Forteto (1997), che ha svelato l’inferno della giustizia minorile in tutta Italia, ha al centro della azione delittuosa alcuni soggetti c.d. istituzionali e non istituzionali che hanno assunto condotte gravemente delittuose soprattutto per aver annientato con una volontà ferale un figlio ed una mamma in parallelo a quanto avviene in tutte le sedi della giustizia minorile in Italia. La realtà dei figli e genitori, quindi della famiglia cristiana è il simbolo naturale della vita, l’origine della specie umana nei secoli, e l’intera area pubblica di intervento sulle problematiche della famiglia è colpevole di aver sfregiato l’amore più grande quello dell’affetto tra figlio e genitori e non può essere delegato allo Stato che si deve interessare di trovare le risorse per far evolvere l’Italia. .
Priolo nella sua monumentale denuncia ha disvelato aree di corruzione dove la lotta per la sopraffazione sfregia anche il rispetto e la dignità degli altri con coperture politiche e con probabili collusioni con la camorra napoletana. Tanto che ha denunciato l’attuale Ministro per il Sud On. Mara Carfagna con alcuni pubblici ufficiali e di nuovo ha sporto un’altra denuncia nei confronti della stessa Carfagna e del garante per l’infanzia e l’adolescenza del Lazio Jacopo Marzetti.
E’ una denuncia che evidenzia una concreta ipotesi di intimidazione e di minaccia da parte di soggetti presuntivamente appartenenti alla camorra napoletana con l’intento di ostacolare all’avv. Carlo Priolo l’esercizio del diritto di difesa costituzionalmente garantito, con coperture nell’ambito di specifici settori della politica e della pubblica amministrazione. Così come Navalny mostra ai russi che si può non aver paura di Putin (e accelerare la sua caduta) Priolo con le dovute proporzioni con le sue coraggiose iniziative, con le sue numerose denunce nei confronti di figure istituzionali infedeli, ignave e sovente corrotte vuole dimostrare che esisto ampi spazi di libertà di informazione e di contrasto all’illegalità per salvare le conquiste degli italiani che hanno pagato prezzi altissimi.
Un pernicioso congedo dalla realtà, che per il singolo è unica ed irripetibile, nel fallace registro del pressappoco, senza coscienza dell’errore, del dubbio.
La pigrizia del luogo comune non ci induce a credere che l’insipienza e l’arroganza di non pochi magistrati e dei consulenti nominati possano essere devastanti per le genti, per la convivenza dei popoli, per la vastità degli effetti collaterali.
Anche la notizia è morta, tanto che non c’è alcuna notizia. Si parlava di TAV e dell’ILVA, poi del MES, successivamente di mascherine e distanziamento sociale, ora di ristori e riaperture, ma i risarcimenti di centinaia di migliaia di euro persi dalle piccole e medie imprese non arriveranno mai e la ripartenza sarà verso la vendita a prezzi stracciati dell’azienda di famiglia. Perché non c’è il domani che diventa oggi, ma oggi non c’è alcuna notizia così come ieri, salvo discettare sull’ovvio o commentare le morti o celebrare le ricorrenze della storia della Repubblica che non c’è più, almeno per coloro che subiscono l’invadenza dei c.d. grand commis, alti dirigenti dello Stato, buoni per tutte le stagioni che decidono sulle condizioni di vita del popolo sovrano e depauperano ogni forma di democrazia e libertà per fini di consolidamento del potere autoritativo della pubblica amministrazione, ostacolo per l’iniziativa privata e per le libertà fondamentali dei cittadini.
L’unica notizia di cui non si parla per decenza istituzionale è la transumanza politica.
La accelerata migrazione di eletti al Parlamento che non trovano più ascolto nel partito dove sono nati, o nel quale militano da poco, o sono transumati per estinzione di quello precedente al quale appartenevano convintamente, e questi è giusto sottolineare non possono essere giustificati (ne sono un esempio deprimente Andrea Romano e Irene Tinagli convinti membri del partito di Monti “scelta civica”), trova una comprensibile motivazione nella peculiarità del sistema politico italiano, del quale molto si è scritto.
Gaetana Di Lorenzo