«Il mio cuore è colmo di gioia e gratitudine. È un onore immenso ricevere un così alto riconoscimento verso il mio lavoro dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia», cosi’ ha dichiarato Benigni quando ha appreso la notizia decisa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.
Roberto Benigni, nativo di Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo, classe 1952, attore, regista e sceneggiatore italiano apprezzato in tutto il mondo, ha iniziato la sua carriera artistica nei primi anni ’70. Innumerevoli i premi ricevuti, tra questi, solo per menzionarne alcuni: il Gran premio della giuria al Festival di Cannes nel 1998 per “La vita è bella”, e nel 1999, fra le sette nomination ricevute, ha ottenuto i premi Oscar per il miglior film straniero e il migliore attore; successivamente quattro David di Donatello, quattro Nastri d’argento, ed anche il César d’Honneur a Parigi nel 2008. Nel 2016 è stato premiato con il Globo d’Oro alla carriera, mentre nel 2020 ha conquistato il Prix Lumière alla carriera. Ha commentato ed interpretato la Divina Commedia di Dante Alighieri e i Dieci comandamenti biblici, ed ottenuto grandi consensi di pubblico e critica. Nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, gli sono anche state conferite dieci lauree Honoris Causa oltre ad altri numerosi premi e riconoscimenti in tutto il mondo.
Con riferimento all’ambìto Premio il Direttore della Mostra del Cinema di Venezia, che si svolgerà al Lido di Venezia dall’ 1 all’11 settembre 2021, ha così commento: «Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, Roberto Benigni si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali. Alternando le sue apparizioni su palcoscenici teatrali, set cinematografici e studi televisivi con risultati di volta in volta sorprendenti, si è imposto in tutti in virtù della sua esuberanza e irruenza, della generosità con cui si concede al pubblico e della gioiosità appassionata che costituisce la cifra forse più originale delle sue creazioni. Con ammirevole eclettismo, senza mai rinunciare a essere se stesso, è passato dal vestire i panni dell’attore comico tra i più straordinari della pur ricca galleria di interpreti italiani, a quelli di regista memorabile in grado di realizzare film di enorme impatto popolare, per trasformarsi da ultimo nel più apprezzato interprete e divulgatore della ‘Divina Commedia’ dantesca. Pochi artisti hanno saputo come lui fondere la sua comicità esplosiva, spesso accompagnata da una satira dissacrante, a mirabili doti d’interprete – al servizio di grandi registi come Federico Fellini, Matteo Garrone e Jim Jarmusch – nonché di avvincente e raffinato esegeta letterario».
Daniela Paties Montagner
foto credit Biennale di Venezia