Roma, 1 dicembre
Dal 4 dicembre è in scena, al Teatro dell’Opera di Roma, Tosca: opera popolare e di “cassetta” per eccellenza. In regia, la prima storica romana del 14 gennaio 1900, con Puccini in mezzo al pubblico. S’incastra, a questo spettacolo, il proseguo delle recite di The Bassarids di Hans Werner Henze, su testo del sommo poeta inglese Wystan Auden.
L’opera, del 1965, titolo originale tedesco Die Bassariden, è tra i capisaldi del melodramma contemporaneo e tra i lavori di più duraturo successo del compositore tedesco, di cui incarna la maturità eclettica e l’avversione a qualsiasi fedeltà di scuola.
The Bassarids, tratta da Le Baccanti di Euripide, organizza il contenuto – essenzialmente il contrasto tra la sfrenata e sanguinaria libertà di Dioniso, per un verso, e la dimensione “giuridica” e regolativa del re Penteo – in una griglia serrata: quattro “movimenti”, come quelli di una sinfonia, e non tradizionali atti. Musica che fonde agevolmente nel neoclassicismo, echi dodecafonici e tracce di semplice tonalità da canzone e da cabaret e resa teatrale incalzante che quasi rimanda al Verdi della “trilogia popolare”. E così l’opera, pur considerando il non facile impatto d’un lavoro del pieno ‘900 sul grande pubblico, avvince facilmente l’ascoltatore, grazie anche alla smagliante orchestrazione. E nessuno resta indifferente al dramma, euripideo e universale, dell’impossibile conciliazione tra libertà e regola.
La regia di Mario Martone punta ad esasperare la dicotomia rendendo tutto doppio: scene, costumi, coreografie. Sul podio Stefan Soltesz, nei ruoli vocali principali Ladislav Elgr (Dioniso) e Russell Braun (Penteo). La prima venerdì 27 alle 19, poi repliche fino al 10 dicembre.
Un reprint fedele quello di Tosca, proposto già l’anno scorso, con i bozzetti originali di Adolf Hohenstein, ripresi filologicamente dalla regia di Alessandro Talevi. L’ambientazione classica e i costumi d’epoca: le navate barocche di Sant’Andrea della Valle pullulanti di sacrestani e chierici, Scarpia con la parrucca incipriata nel suo studio di Palazzo Farnese con i mobili stile Impero e gli spalti di Castel Sant’Angelo.
La Tosca che le vecchie generazioni di melòmani hanno negli occhi, quella che s’impose da subito come una delle più potenti e calibrate macchine teatrali della storia del melodramma.
Nei ruoli principali: Anna Pirozzi e Virginia Tola si alternano in quello di Floria Tosca, Stefano La Colla è Cavaradossi, Giovanni Meoni veste i panni di Scarpia. Dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera Donato Renzetti. Dopo la prima di venerdì 4 dicembre ore 20, repliche il 6-9-11 e 13.
di Donatella De Stefano