Per includere non serve necessariamente la condivisione di certe idee sessuali, ma basta la reciproca accettazione tra individui senza dover conformare totalmente la cultura di una scuola e di una societa
“La Regione Lazio ha diffuso in tutte le scuole regionali – dall’infanzia alle superiori – le linee guida ‘Strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere’. La criticita’ si evince fin dalla definizione di identita’ di genere come ‘sensazione di appartenere al genere maschile, femminile, entrambi o nessuno dei due’ che ‘si sviluppa gia’ intorno ai 3 anni di eta” e dalla gravissima omissione dei rischi e delle problematiche legate a processi di ‘transizione di genere’ tra i giovanissimi, di cui la comunita’ scientifica sta drammaticamente prendendo atto”. Cosi’ una nota diffusa da Pro Vita. “Per una supposta inclusione di allievi con ‘varianza di genere’, riteniamo- si legge ancora nel comunicato- che in questo modo si legittimi un approccio ideologico ai gender studies nella scuola pubblica. Il documento oltre a proporre soluzioni relazionali e organizzative invasive e dannose – dai bagni ‘neutri’ all’abolizione dei pronomi maschili e femminili – impone di fatto a livello formativo e culturale ‘la teoria gender’, un approccio non pienamente condiviso, e contestato a anche a livello scientifico e sociale. Si pretende di dare per acquisito per tutti il superamento del concetto di ‘binarismo sessuale’ che prevede l’esistenza di soli 2 generi per accogliere quello di ‘spettro di genere’ con una forma di ‘inclusione’ che esclude la maggioranza. Queste linee guida impongono in modo totalitario una visione antropologica azzerando tutte le altre. Sono queste le iniziative contro l’omofobia che il ddl Zan, se approvato, imporrebbe in tutta Italia? Come associazioni di genitori nella scuola e membri del Fonags e del Forags Lazio- dice ancora la nota- denunciamo la gravita’ di non essere stati nemmeno coinvolti nel decidere provvedimenti cosi’ invasivi della liberta’ educativa dei genitori e del pluralismo della scuola pubblica, su temi delicatissimi per i minori e le cui evidenze scientifiche sono tutte da dimostrare. Chiediamo dunque al Miur e alla politica tutta un intervento immediato e la sospensione dell’iniziativa prevista per l’inizio del prossimo anno scolastico” conclude il comunicato
Ritengo che la posizione dei pro vita, assolutamente condivisibile, vada obbligatoriamente ascoltata come anche il parere dei genitori di ragazzi, per lo più minorenni, che potrebbero anche non essere d’accordo che ai loro figli venga insegnata una sessualità liquida
Francesca Romana Cristicini