Fino al primo luglio il Complesso del Vittoriano – collaborando con la Fondazione Gala- Salvator Dalì- ospita disegni, fotografie, olii, lettere, oggetti, filmati dell’artista di Figueres nonché primo rappresentante della pittura visionaria ovvero del Surrealismo inaugurando dopo 60 anni una nuova retrospettiva nella capitale.
Se Oscar Wilde sosteneva che non vi è distinzione tra arte e vita, facce di un’unica medaglia, l’intento di questa mostra è proprio di riconfermarne l’assioma. Difatti, l’esposizione evidenzia il continuum artista-uomo non distinguendo la produzione artistica dall’attitudine umana e caratteriale, fino a delineare il carattere di un genio dell’arte che impiegò il talento ecletticamente nella pittura, nella fotografia, nel cinema e nella scultura.
Immaginazione, eccentricità, visionarietà, stravaganza oltre a qualificazioni caratteriali costituiscono gli esponenti di un’arte poco convenzionale, sovversiva, in vena di lotta e contrasto con i grandi rappresentanti del Rinascimento italiano. L’aspetto di emulazione e demolizione verso i modelli del passato è messo in rilievo nella prima sezione della mostra in particolare nel dipinto Autoritratto con il collo di Raffaello del 1921 in cui è come se instaurasse un legittimo rapporto dialogico con il grande rinascimentale insinuandone la parità del calibro artistico.
La seconda sezione è dimostrativa della dimensione onirica, surrealistica delle sue opere: la realtà è fatta della stessa sostanza del sogno: sproporzione, fantasia, libidine sono gli esiti dei suoi rapporti con l’avanguardia catalana con cui entrò in contatto negli anni 20. Evidente è l’influsso psicanalitico, il suo surrealismo tutto ecstasy e vertigine si presenta come automatismo psichico di un flusso artistico non filtrato in rappresentazioni congrue bensì inconsce e svincolate da ogni criterio di ragione. Di questa sezione emblematico è Lo spettro del Sex Appeal, una miniatura di forme incastonate come un gioiello di oreficeria.
La terza sezione si presenta come una vera e propria inchiesta sui rapporti fra l’artista e l’Italia. L’indagine non si limita ad uno sguardo ai grandi artisti del passato come Raffaello e Michelangelo ma anche alle influenze dei Valori Plastici di artisti contemporanei come De Chirico, fino ad un raffronto con attori, registi come Anna Magnani e Luchino Visconti affianco a cui è ritratto in affascinanti scatti fotografici in occasione di Rosalinda o come vi piace di Shakespeare rappresentato nel ‘48 al teatro Eliseo.
La mostra è visitabile al Complesso del Vittoriano dal lunedì al giovedì nelle seguenti fasce orarie: 9. 30 – 19.30, venerdì e sabato 9.30-23.30, domenica 9.30–20. 30.
Silvia Buffo