“Tredici mesi senza pasto: tanto è durata la sospensione del vitto all’interno delle strutture socio-sanitarie riabilitative, residenziali e semi-residenziali della Regione Lazio. Solo da poche ore è stato ripristinato il servizio, stoppato a maggio del 2020 dal Piano territoriale regionale. Oltre un anno di pranzi saltati per utenti fragili, tra cui molti ragazzi affetti da disturbi psichici e comportamentali”. Così in un comunicato il consigliere regionale del Lazio, Enrico Cavallari (Forza Italia). “In questi mesi sono intervenuto sul tema con solleciti e appelli alle strutture preposte- continua Cavallari- e, in ultima battuta, ho fatto ricorso ad una interrogazione in Consiglio regionale per sollevare la questione rimasta irrisolta per troppo tempo. Oggi l’assessore D’Amato replica che il servizio è stato ripristinato il 15 giugno, ieri, con l’ingresso del Lazio nella fascia bianca. Ne sono felice. Ma mi resta ignoto come mai, con i ristoranti (grazie al cielo) addirittura già riaperti, per questi utenti fragili non c’è stato niente da fare per tutto questo tempo. Scaricare la colpa sul distanziamento per Covid è troppo riduttivo- conclude Cavallari- Tantissimi utenti hanno subito il disagio grave di restare a digiuno fino alle ore 15, ed è stato peraltro negato il momento di convivialità fondamentale come nei casi di fragilità psichica”.