Roma, Montecitorio giovedì 17 giugno 2021, una data da ricordare, manifestazione “Sui bambini non si PASsa”, promossa da Cgil – Ufficio Politiche di Genere, il Comitato “La PAS non esiste, ma il fatto sussiste” e Uil – Centro di ascolto Mobbing e Stalking contro tutte le violenze, per chiedere l’immediata sospensione dei procedimenti di allontanamento di minori che si rifanno al censurato costrutto dell’alienazione parentale. Le promotrici presenteranno un manifesto in sette punti per rimettere al centro l’ascolto dei minori (vedi anche intervista Susanna Camusso).
Donne, mamme, politici (dovrebbe essere una unione di ogni schieramento politico), associazioni, uniti contro il costrutto ascientifico della PAS. “La Pas non esiste, ma il fatto sussiste”. In piazza per chiedere l’immediata sospensione dei procedimenti di allontanamento di minori che si rifanno al censurato costrutto dell’alienazione parentale.”
Il magistrale intervento di Elisa Ercoli, presidente Differenza Donna Ong
E’ quanto dichiara Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna Ong pubblicate anche sul profilo facebook Differenza Donna.
“La Pas come violenza istituzionale sistemica contro donne bambine e bambini
Le istituzioni del nostro Paese Italia, i Tribunali per i Minorenni e i Tribunali Civili, hanno istituito una prassi consolidata negli anni che organizza sistemicamente gravi violazioni del sistema costituzionale e gravi violazioni dei diritti umani delle donne e delle dei bambine/i.
In assenza di qualunque norma nazionale ed internazionale; i giudici dei TM e TC abdicano quotidianamente a consulenti le CTU la valutazione delle situazioni compiendo una grave distorsione del sistema giudiziario:
non si indaga più su fatti, non si costruiscono prove, non si acquisisce conoscenza delle relazioni familiari, chi si è preso cura del/della figlio/a?
ma si valutano i soggetti in maniera avulsa dalle relazioni e applicando un costrutto ascientifico che chiamato in differenti maniere arriva a dedurre una valutazione di personalità riservata esclusivamente alle madri come punizione quando non sono collaborative nella ricostruzione del rapporto del figlio con il padre e si orientano tutti gli sforzi alla ricostruzione del rapporto con il padre mettendo in atto un pregiudizio sessista.
Si distorce il principio delle priorità dei diritti: il primario benessere psico fisico delle bambine e dei bambini viene sottoposto alla assoluta priorità del presunto diritto del padre di stare in relazione e frequentare i figli relazione con il padre soprassedendo al supremo interesse del minore
Non viene audita/o la bambina ed il bambino e se auditi non viene tenuto conto delle loro volontà, delle paure, delle riflessioni esplicitate.
Il sistema è andato avanti e poiché si basa su una disumanizzazione degli interventi è arrivato a costituire una deportazione sistemica istituzionale.
Nessuna procedura è stata pensata valutata per il prelevamento forzoso dei minori.
Il sistema Giustizia, uno dei tre pilastri fondanti della nostra democrazia, che dovrebbe assicurare a tutte e tutti i suoi servizi gratuitamente o meglio con il pagamento delle nostre tasse, è diventato un centro di interessi non delle persone che vi si rivolgono ma di tutte le altre.
Una CTU disposta dai Giudici può pretendere anche 8000 euro.
Ogni donna è costretta ad indebitarsi per essere parte del procedimento relativo all’affido del/dei propri figli.
La teoria cd della Pas è stata censurata da OMS e DSM ma è passata culturalmente. Noi femministe sappiamo che queste risposte violente sono le resistenze del sistema, del patriarcato, e delle persone che costituiscono le nostre Istituzioni alla evoluzione culturale di affermazione dei diritti delle donne delle bambine e bambini.
Tali persone non sono di certo solo Pillon, che sappiamo essere il rappresentante e il delegato dei sovranismi europei e globali organizzati che vogliono la riaffermazione del patriarcato e lo esplicitano come loro obiettivo.
Le persone coinvolte sono molto vicine, sono di ambienti culturali che si presentano come progressisti, mantengono in piedi una promiscuità tra visioni innovative ambienti progressisti e nella loro vita sono pedine attive di questo sistema.
Il patriarcato è molto potente per diversi motivi:
annulla la normale percezione umana sui fatti e depotenzia la collettiva possibilità di riconoscere situazioni negative e illegittime, non si crede, si pensa sia impossibile, non vero il racconto (molti a cui raccontiamo cosa sta succedendo sono sbalordite/i e fanno fatica a credere che 11 poliziotti della DIGOS siano stati mandati due giorni fa a Pisa a prelevare coattivamente un bambino di 9 anni per strapparlo alla madre, molti fanno fatica a credere che un giudice possa scrivere che il bambino per avere una famiglia di riferimento deve essere allontanato forzosamente e contro la propria volontà dalla madre e collocato in casa famiglia per resettarlo e riprendere relazioni e frequentazioni con il padre).
Ma questo è ciò che sta avvenendo.
Come Differenza Donna siamo convinte ci sia bisogno di una accelerata immediata per mettere fine nell’immediato a queste pratiche di tortura sistemica istituzionale.
Chiediamo immediata sospensione delle CTU che violano il funzionamento del nostro sistema giuridico:
il sistema giustizia deve essere gratuito e accessibile a tutte/i (oggi il nostro sistema è fortemente classista e sessista)
il sistema giustizia non può rescindere dalla violenza e invece le CTU dichiarano di non essere interessate alla violenza pregressa e lo esplicitano
il sistema giustizia non può delegare le proprie funzioni a consulenti perché questo non è previsto da nessuna norma nazionale o internazionale
il sistema giustizia non può prescindere dalla pericolosità di un uomo soprattutto se padre.
Non esiste il bene superiore della bigenitorialità.
Chiediamo un immediato ritorno ad un sistema di giustizia basato su norme e non su prassi illegittime e principi ascientifici
Chiediamo l’applicazione immediata del principio assoluto del primario interesse del minore che significa ritornare ad un sistema umano che non prescinda da complessità, relazioni di cura, relazioni di attaccamento anche in presenza di difficoltà genitoriali e pretendiamo che l’allontanamento dei figli sia l’ultima ratio in casi di attivo maltrattamento contro gli stessi.
Troviamo grave che parti importanti delle nostre istituzioni abbiano accettato di abdicare la loro funzione a consulenti privati la valutazione di personalità a soggetti che hanno usato sistematicamente concetti a-scientifici come madre adesiva, madre simbiotica, madre malevola.
Come ci hanno riferito i nostri colleghi ricercatori della Università di Hong Kong e di York nonchè dell’Università di Londra tutto ciò che non è dimostrabile al contrario non è un parametro scientifico ma una invenzione, un costrutto creato da un pregiudizio.
Applicare sistematicamente un pregiudizio senza valore scientifico in ambito istituzionale nella giustizia è una grave violazione dei diritti umani una violenza istituzionale.
Innescare e portare avanti una relazione di potere così punitiva della vita delle donne delle bambine e bambini è inaccettabile. Chiediamo immediata sospensione di queste pratiche dannose e riconoscimento dei tanti interventi lesivi messi in atto negli ultimi 10 anni.
Queste sofferenze, queste torture, queste azioni di potere istituzionali vanno fermate subito.
La Cassazione ha detto che l’iter di prelevamento coatto della bambina/o non è disciplinato da nessuna norma e che è una paragonabile ad una azione nazista.
Il Comitato CEDAW, il GREVIO, la CEDU ci stanno dicendo da diversi anni che il nostro sistema Giustizia esprime una cultura patriarcale piena di stereotipi e pregiudizi sessisti tali da realizzare violenza istituzionale.
Chiediamo a tutte le/i Parlamentari di prendere una netta posizione contro tutto ciò. Chiediamo un intervento urgente del CSM e della Ministra Cartabia.
Questo è il momento di riaffermare la democrazia nel nostro Paese.
Questo è il momento di mettere fine a queste pratiche di tortura istituzionale.”
ELISA ERCOLI, PRESIDENTE DIFFERENZA DONNA ONG