Verificare la possibilità di riaprire la discarica di Roccasecca, in provincia di Frosinone, e quella di Albano Laziale, nella Città Metropolitana di Roma. Sono le due direzioni – secondo quanto apprende l’agenzia Dire – su cui si sta muovendo il tavolo tecnico istituito presso il ministero della Transizione ecologica per affrontare la crisi rifiuti di Roma al quale partecipano Regione Lazio, Campidoglio, Città Metropolitana, Arpa Lazio e Ispra.
La Regione ha consegnato l’aggiornamento della lista dei provvedimenti autorizzativi in atto per gli impianti di smaltimento e trattamento. Le discariche di Roccasecca e Albano sono autorizzate, hanno una capacità residua complessiva di circa 700mila tonnellate (una manna per una Regione che al momento ha due sole discariche in servizio per poco più di 150mila tonnellate totali) ma ci sono alcuni nodi da sciogliere per farle tornare in funzione ed evitare così che Roma entri in emergenza sanitaria.
L’impianto di Roccasecca dovrà essere espropriato o oggetto di requisizione, perché i titolari (Mad srl, ndr) hanno comunicato che non sono nelle condizioni economiche di procedere ai lavori di realizzazione del quinto invaso.
Nella riunione di ieri, martedì 23 giugno, il Mite non avrebbe offerto una soluzione al problema posto dalla Regione Lazio, che ha anche fatto presente i due ostacoli da superare prima di riaprire la discarica di Albano.
Il primo riguarda due ricorsi al Tar Lazio, presentati dal Comune di Albano e dalla società proprietaria del tmb (di cui la discarica è a servizio), l’altro invece è legato al superamento delle soglie di concentrazione degli inquinanti rilevato in alcuni pozzi spia. Su quest’ultimo fronte, l’Arpa sta conducendo delle campagne di rilevamento e sembra che la questione possa essere superata.
Insomma, niente soluzioni per ora dal Ministero e nemmeno da Roma Capitale, che continua a non individuare una discarica sul proprio territorio, come prescritto dall’ultima ordinanza di Zingaretti. Il Campidoglio è stato di nuovo bacchettato dal ministro per le performance deludenti sulla raccolta differenziata (in particolare in questa fase la mancata raccolta separata di cartone e plastica che aiuterebbe a diminuire i conferimenti nelle già poche discariche disponibili nel Lazio e in Italia).
Tirata d’orecchi (in questo caso insieme ad Ama) per la città ancora sporca nonostante gli sbocchi trovati da E. Giovi e Regione Lazio fino a fine dicembre. Se ne riparlerà i primi di luglio, quando si svolgerà una nuova riunione. Venti giorni dopo scadrà il termine fissato dal governatore Zingaretti nella sua ordinanza e se Roma, la Città Metropolitana e la Provincia di Latina non avranno individuato le aree dove realizzare le discariche e i tmb che servono per chiudere il ciclo dei rifiuti saranno commissariate.