La parola al ”Comitato Insieme” di Milanesi Luigi che esprime un pensiero riflessivo-critico della società dei consumi
Così, ieri 26 giugno si è svolto il 2021 ROME GAY PRIDE.
Una manifestazione con immancabili momenti blasfemi e politici sorridenti e compiaciuti.
La democrazia è così, almeno in quella parte del mondo che ha costruito il migliore sistema possibile per il progresso delle libertà individuali e collettive.
Quella parte del mondo che riconosce la costruzione delle sue società intorno a tre pilastri fondamentali in un equilibrio, in verità mai stabile tra capitalismo dal punto di vista economico, democrazia dal punto di vista politico, cristianesimo dal punto di vista religioso.
Eppure questa parte del mondo non solo è insidiata dall’esterno (pauroso che il virus della libertà si diffonda) ma anche dall’interno da un insieme di mondi culturali, economici e politici che ne cercano il controllo.
Questi mondi hanno delle parole d’ordine con le quali raccolgono consenso e tentano di costringere ai loro voleri la collettività.
Queste parole sono: razza, spazio vitale, pulizia etnica, suprematismo, nazionalismo, sovranismo, tradizione, orgoglio.
Ecco la manifestazione di ieri non riguardava l’omosessualità ed al limite la confusione tra desideri e diritti, tra diritti civili e diritti umani su cui stiamo ragionando da un paio di anni ma specificatamente, come dice il titolo, l’orgoglio omosessuale.
La rivendicazione di un orgoglio è conseguenza di una valutazione di tipo ordinativo.
C’è un migliore, c’è un peggiore.
Tra orgoglio e supremazia il passo non solo è breve ma anche conseguente.
La supremazia porta al totalitarismo.
Possibile che i politici, quelli che di queste cose se ne intendono, non si accorgano di questo?
Pensano, come spesso è accaduto nella storia, di poter governare i processi che anelano al totalitarismo?
La storia ha dimostrato che se si è timidi poi sono dolori.
Come il foglietto di Chamberlain sventolato all’aeroporto inglese di ritorno da Monaco.
Stefano Bianco