Un modulo per definire il proprio testamento biologico è finalmente disponibile on-line grazie all’impegno dell’associazione Luca Coscioni che da anni si batte per l’attuazione delle proprie volontà in circostanze di fine vita: attraverso la compilazione di un formulario, che prevede poi l’autenticazione di un notaio- con vantaggio di tariffa ridotta- per approvarne la validità giuridica, si indicano anticipatamente le cure a cui si intende rinunciare o sottoporsi in caso di incapacità decisionale autonoma.
“Risulta doveroso fornire al cittadino uno strumento per far valere le proprie volontà”, sostiene il segretario dell’associazione Filomena Gallo, ma la Conferenza Episcopale non sarebbe d’accordo e vorrebbe vedere l’approvazione della legge sul fine vita: è questa divergenza di fronti a sviluppare uno tra i più controversi temi di bioetica contemporanei, ancora più complesso in Italia per il più marcato confronto tra Stato laico e Chiesa Cattolica.
Le estenuanti sofferenze di Piergiorgio Welby (distrofia muscolare) , Giovanni Nuvoli (sclerosi laterale amiotrofica), Eluana Englaro (17 anni di coma vegetativo) dimostrano l’importanza di veder rispettate le proprie volontà eppure non vi è ancora una legge che lo garantisca. Questa mancanza ha fatto sì che l’associazione raccogliesse 250 testamenti biologici nell’arco di pochissime ore dall’iniziativa che continua a muoversi verso un più dettagliato disegno di legge sul diritto a rifiutare le cure, sui pazienti in stato vegetativo ed anche sulle modalità di nutrizione artificiale.
Procedendo in questa direzione è opportuno però mettere in evidenza la posizione del medico curante e il margine di responsabilità entro cui dovrà agire. A tal proposito si ricordi la sentenza del 13 dicembre 2004 del tribunale di Venezia: condanna al risarcimento biologico, danno patrimoniale ed esistenziale per aver favorito il decesso al lento corso della malattia.
Molte sono le esitazioni e i dubbi nell’affrontare nella maniera più adeguata i casi cosiddetti di fine vita come i più noti sopracitati poiché non si potrà mai esattamente dire quando è il caso di staccare la spina e non tutti i cittadini presentano una sufficiente competenza medica per adempire ad cosciente testamento biologico. Non si possono fare griglie o categorie per stabilirlo- pertanto riflessioni di bioetica di comuni cittadini e conferenze episcopali non potranno venirne mai del tutto a capo. E’ forse questo il motivo di un rimandato disegno di legge.
Silvia Buffo