Roma – Rigenerazione urbana, digitalizzazione, transizione ecologica e crisi dei rifiuti: sono questi i principali argomenti discussi nel pomeriggio di oggi, giovedì 29 luglio, dai quattro candidati a Sindaco di Roma.
Michetti, Calenda, Gualtieri e l’attuale sindaca Raggi, ospiti del Festival dell’Architettura, hanno infatti partecipato al loro primo confronto pubblico rispondendo alle domande raccolte tra gli iscritti all’Ordine degli architetti della Capitale.
Un dibattito “blindato” sotto ogni punto di vista: ingente il dispiegamento dei forze dell’ordine che presidiavano ogni cancello mentre sorvegliavano attentamente circa un centinaio di persone, tra giornalisti e partecipanti alla manifestazione.
Ad ascoltare la visione della Roma del futuro non solo navigati professionisti del settore ma anche tanti giovani, ragazzi e ragazze visibilmente interessati a capire cosa ne sarà della Capitale nei prossimi cinque anni.
La Roma del futuro
La visione che i candidati hanno della Roma del futuro è stato il primo argomento dibattuto nel corso del confronto. “Quando morì Cesare, Augusto compì l’impresa: e anche oggi Roma va rigenerata in questa maniera” è stata la poetica proposta di Enrico Michetti, candidato per il centrodestra. “Roma è un sogno – sostiene -, e ciò che ha rappresentato nella storia non è mai stato eguagliato da alcuna civiltà, e tutto era costruito per i cittadini. Così deve essere anche oggi: serve un’amministrazione pronta ed efficiente, che rispetti i tempi, e la norma deve essere cucita in maniera tale da non essere ostile alla collettività”.
Più ancorata al presente la visione di Roberto Gualtieri, vincitore delle primarie del centrosinistra: “Dobbiamo rendere la città in grado di erogare i servizi essenziali – spiega -. Servirà rimboccarci le maniche per creare una città policentrica, una città ‘da quindici minuti’, che si rigeneri e che possa riqualificare i suoi luoghi, rendendoli punto d’incontro, di cultura, di lavoro”.
Anche per Carlo Calenda, sostenuto dalla sua lista civica, il futuro di Roma passa per l’efficientamento dei suoi “servizi di base”: “Roma – sottolinea – è l’unica capitale al mondo che cresce meno del Paese che rappresenta. Ora come ora non è una città, ma un agglomerato urbano: bisogna puntare sulle eccellenze intuitive della città, come la cultura e la ricerca universitaria. Ma se non si tiene conto dei suoi elementi portanti, qualunque visione futura di Roma resta una favola per bambini”.
Per Virginia Raggi, sindaca in carica, “la trasformazione della Capitale e già in atto” e, promette, “con me andrà avanti. Il futuro ha radici piantate negli ultimi cinque anni di amministrazione. Sono tre gli eventi importanti in grado di cambiare il volto della città: il Giubileo, l’arrivo dei fondi per il Recovery Plan, e l’Expo 2030. Il futuro – sostiene – va progettato in un’ottica green, partecipata e sostenibile”.
Poteri speciali per Roma
Nel cuore del dibattito ecco spuntare la domanda sui poteri speciali per la Capitale. Il Parlamento si sta muovendo per conferire a Roma uno status “nuovo” che possa ovviare alle problematiche che una citta come l’Urbe si trova quotidianamente a gestire proprio perché ricopre il ruolo di capitale del Paese.
Per Michetti “bisogna avviare un reale processo di decentramento amministrativo del Campidoglio verso i quindici Municipi, che dovranno avere risorse umane e finanziarie sufficienti a garantire i servizi essenziali come i trasporti. Poteri adeguati ad una grande capitale europea”.
Secondo la Raggi, invece, “Roma rimane sola quando deve fare fronte ai suoi impegni. Roma deve avere un rapporto diretto con lo Stato, non può essere mediato dalla Regione. Noi dobbiamo semplificare. Nel momento in cui riconosciamo che Roma è Capitale dobbiamo anche riconoscerle quei fondi, quei poteri e quelle competenze necessarie a svolgere il suo lavoro in maniera efficace ed efficiente”.
Più critico Calenda, secondo cui la discussione sui “poteri di Roma non può diventare un’alibi per rifiuti, mezzi pubblici, eccetera, perché le altre città lo fanno senza poteri speciali”. Certamente l’Urbe “deve avere poteri speciali perché ha esigenze speciali. Va detto però che tu puoi chiedere tutti i poteri che vuoi, ma se non li sai usare generi disservizi”.
“Servono riforme e speriamo che questo percorso parlamentare sia il treno giusto”, l’auspicio di Gualtieri, che augura “unità fra le forze politiche romane per vincere questa battaglia. Ma non sarà la soluzione magica. La Regione ha offerto nel 2017 dei poteri alla Sindaca e la Sindaca li ha rifiutati; noi ce li prenderemo”.
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Fonte: Il Faro
Francesca Romana Cristicini