“Mamme in carcere: un dramma nel dramma. E ci sono casi in cui il dramma è ancora più grande, specie se l’amministrazione della giustizia rimane inerte di fronte a una mamma separata forzosamente da suo figlio”. Lo dichiara il candidato in Campidoglio nelle liste della Lega Michel Maritato,torna su una vicenda giudiziaria che per la sua drammaticità ha riempito le cronache e schermi televisivi. “Parliamo di Clizia Forte – spiegano Maritato, e l avv. Di Assotutela Itana Crialesi da anni esperta di queste mancanze ,denunciate piu’ volte alle autorita’,una donna accusata di aver istigato l’ex coniuge a rapinare un portavalori, un fatto drammatico avvenuto a Roma il 15 ottobre 2012, che costò la vita a una guardia giurata. Con l’accusa definitiva di concorso in omicidio e 30 anni di condanna, la donna che nel frattempo è diventata mamma, dovrà uscire di prigione il 5 febbraio del 2049. Suo figlio Gianluca, affetto da autismo non può essere accudito in carcere: Rebibbia non è attrezzata per affrontare una patologia così importante. Così, piuttosto che un trasferimento in penitenziari idonei, più volte richiesto, il ragazzo è stato allontanato dalla mamma. Al di là della vicenda giudiziaria, qui si tratta di diritti negati Noi ribattiamo sulla inerzia dell’amministrazione della giustizia – incalza il candidato – si adottano sistemi medievali nella gestione delle detenute con figli. Seguiremo quella che è diventata una battaglia di civiltà a costo di chiamare in causa tutte le massime autorità politiche e religiose, fino ad arrivare alla Santa Sede perché Papa Francesco, nella sua grande umanità, si pronunci su un caso di evidente violazione dei diritti”, chiosano l’avv.Crialesi e il candidato Maritato.