È raro trovarsi in un premio di poesia e narrativa dove non è solo lo stile poetico e l’intreccio del racconto a trattenerti sulla sedia assegnata, ma le note di brani musicali rese voce e composte da un trio di giovani virtuosi che non superano tutti insieme i cinquant’anni; questi giovani sono i “Maurame”.
Il gruppo musicale dei Maurame: Maurizio, Rachele, Mery
La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme.
Così rammentava Ezio Bosso ai suoi allievi!
Conosciamo i “Maurame”: Maurizio Vizzino, cantautore, al pianoforte e tastiera; Rachele Melis, al violino; Maria Assunta Tatarelli, alla tromba.
C’è una frase di una sua canzone che delinea lo spessore emotivo e culturale di Maurizio: “…non ci pensano all’autunno quando vivono a colori …”. È un filosofo della vita, così come nell’immedesimazione in un vagabondo: “… Ho preferito il tasso alcolico ad un figlio per paura che negli incubi trovasse le mie occhiaie …” Bhè, che dire, situazioni alte di emotività!
Il giovane Maurizio Vizzino in una sua assenza con chitarra
Tutti e tre sono al terzo anno del liceo musicale “Alessandro Manzoni” di Latina. Maurizio, sa creare la magia che carpisce gli animi di chi l’ascolta in sala, così come ricorda Gigliola Aset Di Libero, sua docente di pianoforte e musica da camera presso il MIUR, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. Maurizio Vizzino, pianoforte, chitarra e voce, inizia a suonare il pianoforte a 7 anni, abbandonando due anni dopo per vari ripensamenti; riprende la sua vocazione verso i 12 anni, grazie ad un insegnante alternativo che riesce ad infondere in lui la passione per la musica, risvegliandolo dal suo assopimento. Si aggiunge così la chitarra, ma continua gli studi con il pianoforte classico al Liceo Manzoni di Latina.
La sua voce è molto particolare e incuriosisce i cultori.
Le sue composizioni sono il risultato dell’osservazione sistematica dell’umanità che lo circonda, dei fatti di cronaca: “Io Fernando, nato uomo, a cui spetta un paio d’ali, la farfalla che dà i sogni a chi l’ha persi o li ha sprecati. Io monotono ed effimero oggi aspetto la mia sera, forse son solo un insetto ma porto la primavera”
Rachele Melis, al violino
Rachele, affascina con la vibrazione delle corde del suo violino apprezzata fin dalle sue prime esibizioni con spartiti di musiche da film quali “My Favorite Things” (1902 -1979) from ” The Sound of Music” di Andrea Morricone “Nuovo Cinema Paradiso” (1964) dalla colonna sonora del film di Giuseppe Tornatore, Karl Jenkins “Palladio” (1944) dal Concerto Grosso per Archi. Rachele Melis, il violino del gruppo musicale ha da poco compiuto 16 anni, inizia a suonare ad 8 anni il violino, frequentando prima l’indirizzo musicale della scuola media Giacomo Matteotti di Aprilia, poi il Liceo Musicale Alessandro Manzoni di Latina insieme agli altri due componenti.
Maurizio e Mery
Maria, detta Mery con la “e”, innalza la tromba ad essenze angeliche, pur nella sua timidezza. Anche Maria Assunta Tatarelli, la tromba, ha compiuto 16 anni quest’anno, in epoca di pandemia; inizia ad approcciarsi alla tromba a 12 anni presso la banda Vincenzo Bellini di Sonnino, continuando al Liceo Musicale latinense insieme agli altri due musicisti.
Dei tre componenti è Rachele Melis, la prima a interessarsi ai brani di Maurizio Vizzino, e la sincera euforia li porta a sperimentare arrangiamenti per violino e pianoforte.
Poco dopo si aggiunge Maria Assunta con la sua tromba, e l’evento del Premio Città di Latina rappresenta, per il gruppo dei Maurame, la prima opportunità di esibirsi in pubblico e davanti alle autorità comunali ed amministrative.
L’evento nella sala delle conferenze al Park Hotel di Latina
Maurizio, comporre, adattare e cantare, sei cosciente del fascino della tua voce nelle vibrazioni che emetti?
Riconosco e credo nelle mie capacità, ed è ciò che mi spinge ad andare avanti con la composizione e a continuare a sperare in una futura e sempre crescente condivisione e pubblicità dei miei brani, ma questo implica anche la speranza in un continuo miglioramento in ogni ambito della disciplina. Riconosco quindi ciò che riesco a cantare, a suonare o a scrivere come riconosco ciò che non sono in grado cantare, suonare e scrivere, sperando sempre in un giorno in cui lo sarò e in cui punterò ad una nuova crescita. Non si smette mai di imparare e io ho appena cominciato, non si raggiunge mai la perfezione e io non l’ho ancora neanche sfiorata.
Una versione in prosa di questo tuo brano: “Giudiziere, tu che batti col martello su quel tavolo di legno, tu che puoi restaurar vite ma lo ignori per inerzia sei descritto falegname, solo con meno umiltà, forza spezza queste sbarre e prenditi la mia realtà”.
Il titolo del brano è “Dentro la parete”, accompagnato tra parentesi da NOF4, soprannome del nostro protagonista Fernando Oreste Nannetti. Il pezzo parla, infatti, di un personaggio realmente esistito, nato e cresciuto nella povertà in un paesaggio romano e successivamente rinchiuso in manicomio per una pazzia che oggi viene considerata genialità. Fernando, infatti, fu l’autore di un graffito di 180 m contenente ogni sua fantasia, storie e teorie fantascientifiche e inequivocabilmente surreali ma indiscutibilmente affascinanti. Nel brano cito dettagli precisi della sua storia come la fibbia del panciotto con cui scava il muro, i catatonici che sagoma, la sua celebre frase “sono una farfalla, il mondo è mio e tutti fo sognà” e le sue lettere al giudice (come nella strofa riportata nella domanda), romanzando, però, anche alcuni tratti della sua vita. Oggi c’è chi lo considera matto e chi lo considera genio, io lo considero Fernando.
Questa domanda è per tutti e tre, quindi desidero le vostre tre risposte ben distinte: Cosa rappresenta la musica nella vostra quotidianità e se doveste definirla come la spieghereste al pubblico?
Maurizio: Può sembrare un luogo comune per eccellenza, ma nella mia vita la musica rappresenta, oltre che il mezzo per trasmettere le mie emozioni, raccontare storie mie e altrui e condividere la mia scrittura, l’unico modo per colmare quel vuoto che spesso si sente in mezzo al petto e non si sa come riempire, ponendomi e raggiungendo ad ogni canzone un nuovo obiettivo e provando un orgoglio e una soddisfazione che senza musica neanche potrei immaginare. Quindi la ringrazio di cuore.
Maria Assunta detta Mery: Ho iniziato a suonare la tromba aspirando alle percussioni, studiando con un insegnante assente e suonando in banda per mancanza di altre opportunità, oltre l’euforia iniziale, quindi, la mia passione è continuata in decadenza dalle medie al liceo. Ultimamente con Maurizio e Rachele, però, la voglia di lasciare tutto è sparita e l’euforia iniziale si è triplicata. Adesso credo nei brani di Maurizio, ma, soprattutto, credo finalmente nelle sette note, che nella mia quotidianità non avevano mai ricoperto un ruolo importante. Quindi, dopo cinque anni di musica, ho scoperto la musica e ho deciso di abbracciarla sul serio.
Rachele: Nella mia quotidianità la musica rappresenta uno scopo. Il mio obiettivo essendo violinista è quello di riuscire a produrre, attraverso l’impegno e la fatica, della vera musica. Ovviamente essendo ancora una studentessa non posso dire di esserci riuscita, neanche lontanamente, ma spero che, grazie alla passione e soprattutto al sudore, un giorno riuscirò a raggiungere il sogno di poter trasmettere alle persone ciò che provo attraverso la musica.
Se dovessi definire la musica direi che può essere paragonata sia ad una medicina che ti cura quando sei malato, ma anche la causa stessa della malattia. Questo perché la musica ha, sì, il potere di farti stare bene quando ne hai bisogno ricordandoti magari i momenti più felici che hai vissuto, ma allo stesso tempo di “ammalarti” ricordandoti i momenti della tua vita che ti hanno fatto più male.
I brani, i video registrati dal cantautore, si trovano su YouTube cercando “Maurizio Vizzino”.
Giuseppe Lorin