Dall’inizio della pandemia, si è sviluppato una nuova tipologia di lavoro, ovvero un nuovo modo di vedere il lavoro: lo Smart Working.
Ma cos’è lo Smart Working? Anche se nell’ultimo anno è passato come concetto del semplice “lavorare da casa” in realtà non si riduce solo a questo, ma bensì come: “una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.
Prima della pandemia solo alcune aziende utilizzavano questa forma di lavoro per i propri dipendenti o collaboratori, ora per quanto possibile è divenuto un modus operandi per 6,58 milioni di lavoratori (stima dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano). Ciò evidenzia che un nuovo modo di lavorare è possibile anche nel nostro paese, anche se la gran parte delle aziende sono impreparate a livello tecnologico e non solo.
Uno dei grossi problemi riscontrati è stato confondere lo Smart Working con il Tele Lavoro, due tipologie similari, ma con scopi diversi. La differenza sostanziale si basa su due aspetti fondamentali della dimensione lavorativa: la sede di lavoro e l’orario di lavoro. Per Smart Working o lavoro agile si intende una modalità lavorativa di lavoro subordinato in cui c’è assenza di vincoli a quello di orario e di spazio. Il termine inglese “smart” si riferisce all’obiettivo: migliore produttività grazie alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Nel caso del Telelavoro, il lavoratore ha una postazione fissa che si trova in un luogo diverso da quello dell’azienda. In questo caso c’è maggiore rigidità nell’orario, solo il luogo si sposta da ufficio a casa.
Quali sono i vantaggi dell’utilizzo di queste due modalità? Il punto di forza di entrambi è la limitazione degli spostamenti: riduzione del traffico e dell’inquinamento. Inoltre il lavoratore può abbattere lo stress del viaggio ed evitare sprechi di tempo e costi per raggiungere il luogo imposto. Nel contesto pandemico, inoltre, si prevengono occasioni di contagio, permettendo il prosieguo delle attività lavorative. Sicuramente vi è un aumento della produttività dovuta alla diminuzione dello stress e una maggiore responsabilizzazione e al maggior equilibrio tra vita privata e professionale del lavoratore. Per quanto riguarda l’azienda la riorganizzazione degli spazi permette di risparmiare sui costi relativi alla luce, alle pulizie e ai materiali di consumo.
Questa modalità causa anche degli svantaggi? Per il lavoratore c’è il rischio dell’isolamento del lavoratore e il non riuscire a “staccare” la vita lavorativa da quella familiare. Invece per l’azienda la supervisione e il controllo dei dipendenti diventa più difficile.
Quale futuro per lo Smart Working? Le opinioni sullo lavoro agile sono varie e contrastanti: c’è chi lo vede come un’evoluzione e chi invece lo critica. Dato che la verità è sempre nel mezzo, realizzare una modalità di Smart Working costruttivo potrebbe migliorare la vita dei lavoratori senza far perdere la sensazione di socialità e aggregazione che spetta al ruolo aziendale.
Eleonora Francescucci