Domani, 17 agosto, alle ore 21:00, nel cortile del Palazzo della Cultura di via Vittorio Emanuele 121, con ingresso in via Landolina 5, verrà rappresentata “Agata, Vergine e Martire”, un dramma sacro del prof. Pino Pesce, régisseur e critico teatrale che, da circa 7 anni, va sperimentando un teatro multimediale ben accolto dal pubblico e dalla critica.
“Una messa in scena – dice il prof. Pesce – calata sulla carta come rappresentazione di piazza per far rivivere certe esperienze di teatro di strada sperimentate alla fine del secolo scorso”. Il regista incentra la vicenda fra “reinterpretazione medievale ed attualità in chiave sperimentale” e incornicia “il tempo della storia del dramma fra due estremi: quello del poeta Mario Rapisardi e quello dell’Inno popolare a Sant’Agata di Licciardello”.
“La forza espressiva e suggestiva di un narratore – puntualizza l’autore – fonde la storia e la leggenda che, in qualche tratto, viene interrotta da scene sulla vita di Agata: l’età infantile, l’adolescenza, la giovinezza, incentrata nella decisione della giovane di promettersi a Dio. Da qui la persecuzione cristiana dell’imperatore Decio (rappresentato, a Catania, dal proconsole Quinziano), il quale non potendola possedere, condanna la Vergine al carcere prima e al martirio dopo”.
“E’ una forte ed onorata emozione – afferma Chiara Seminara – interpretare il ruolo di Agata, Vergine e Santa, in un momento così complicato per la storia dell’umanità. Che la Santa Patrona ci aiuti a ritornare alla normalità che ci è stata rubata dal Covid-19”.
In scena, oltre Chiara Seminara, Mario Sorbello (Quinziano), Pasquale Platania (Narratore), Nino Spitaleri (Vecchio), Jonathan Barbagallo (San Michele Arcangelo), Gabriele Ricca (Lucifero), Antonella Barresi (mamma di Agata), Carmen Mela D’Amico (danzatrice); e poi: Salvo Gambino e Samuele Gambino (Due carnefici), Bayeoumy Mbaye (soldato imperiale). Una particolare rilevanza l’ha la musica sacra eseguita dal Coro Lirico Siciliano, diretto da Francesco Costa; mentre la coreografia è stata curata da Alfio Barbagallo; i video sono stati riadattati da Alfio Cosentino.
di Marcello Strano