Oltre 50 artisti per celebrare “Agata”, la Santa Patrona Etnea, in occasione della festa estiva che la Città di Catania le tributa annualmente il 17 di agosto, ma che, nelle due ultime estati, è passata sotto silenzio. Quest’anno, però, il régisseur Pino Pesce, autore di “Agata Vergine e Martire”, ha voluto squarciare codesto silenzio portando in scena il dramma religioso decretandone così, per la seconda volta, il successo. Un’operazione senz’altro vincente che ha messo assieme tecniche multimediali attuali non sofisticate e teatralità medievale. Da qui un devoto messaggio socio-culturale che è arrivato dritto al cuore della gente, specialmente di quella più giovane cui l’autore-regista si è rivolto. La messa in scena è stata possibile grazie innanzitutto all’assessore alla Cultura Barbara Mirabella che l’ha voluta e patrocinata all’interno del prestigioso calendario di “Catania Summer Fest 21”; ma grazie anche al patrocinio dell’assessore agli Eventi e Turismo Manlio Messina e al presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.
Chiarisce Pesce: ”Ho cercato, uscendo dai canoni del teatro corrente, di ritornare indietro nel tempo, recuperando la sacra rappresentazione medievale attraverso una visione manicheistica, la lotta tra il bene e il male, tipica delle antiche culture mediorientali ed occidentali, trasferendola dentro la mentalità cattolica per farvi trionfare il bene. Una concezione cosmologica dualistica, dove la spiritualità cristiana issa la propria bandiera di accoglienza e di Amore. E questo anche dentro la manzoniana “provvida sventura”.
Il risultato è stato spettacolare perché il regista ha puntato su un cast qualificato: dai 3 attori protagonisti: Chiara Seminara (Agata), Mario Sorbello (Quinziano), Pasquale Platania (Narratore), straordinariamente bravi, agli altri attori: Antonella Barresi (Mamma di Agata), Nino Spitaleri (Vecchio), Jonathan Barbagallo (San Michele Arcangelo), Biagio Pagano (Lucifero), Carmen Mela D’Amico (danzatrice), Gianmarco Arcadipane (Mario Rapisardi), Salvo Gambino e Samuele Gambino (2 carnefici).
Il cast non era solo attoriale ma anche musicale, caratterizzato dal “Coro lirico Siciliano”, fiore canoro della nostra Isola, diretto magistralmente dal maestro Francesco Costa che ha saputo regalare momenti particolarmente mistici in particolare con “Stans Beata Agatha” e “L’Ave Maria” di Gounod cantata durante l’emozionante apoteosi, e coreografico, rappresentato dai ragazzi della “Scuola Professionale Danza Azzurra” diretta dal maestro Alfio Barbagallo, bravi nello scontro fra San Michele Arcangelo e Lucifero, che si contendevano l’anima di Agata, e il sabba attorno alla fornace che suppliziava la santa fanciulla fra i carboni ardenti. Il tutto ha acquistato pregio anche grazie alle proiezioni del videomaker Alfio Cosentino. I costumi sono stati rivisti e rinnovati da Antonella Barresi. La platea, visibilmente emozionata, si è abbandonata in vigorosi e fragorosi applausi.
di Marcello Strano