C’è chi dice no all’ennesima stangata inflitta ai cittadini romani negli ultimi giorni , relativa all’aumento della metà del costo dei biglietti bus e metro. Già si arriva con fatica alla terza settimana del mese, ora muoversi in città, per lavoro o qualsiasi altro motivo legittimo, costa di più. Molto di più. Un euro e cinquanta cent, per cento minuti di spostamento, che se trattasi di metro, valgono solo per una corsa, viceversa in bus, non bastano a volte neanche per mezzo viaggio, visto il traffico esasperato della città.
Addio agli abbonamenti mensili agevolati. Come se non bastasse l’aumento dei biglietti, l’azienda capitolina ha deciso di toccare anche il servizio destinato alle fasce più deboli. Ma il Pd dice no!
Il costo della vita aumenta, quello del carburante pure e l’azienda dei trasporti urbana ci mette del suo. Dal 25 maggio scorso sono scattati gli aumenti dei biglietti Atac. In particolare il Bit (biglietto integrato a tempo) ha subito un rincaro del 50% in più, passando da 1 euro a 1,50, con la differenza di durare 100 minuti invece che 75: un durissimo colpo alle tasche di tutti i pendolari.
Ma, come se questo non bastasse, l’Azienda dei trasporti, di concerto con l’amministrazione capitolina, ha deciso di toccare anche gli abbonamenti mensili agevolati. “Dal 25 maggio –spiega Mirko Coratti, consigliere capitolino- invalidi e pensionati sociali, over 65, giovani e studenti non potranno più rinnovare l’abbonamento mensile agevolato. Chi vuole continuare a fruire delle agevolazioni, dovrà acquistare una tessera annuale”. Una decisione che influirà in modo inevitabilmente negativo sulle tasche dei più deboli. “E’ già grave che, in un periodo così acuto di crisi economica, l’Atac abbia pensato di “sistemare” i suoi bilanci mettendo le mani nelle tasche dei romani –prosegue- Ma è intollerabile che questo avvenga anche sulla pelle di studenti, anziani e disabili. Questa storia delle tessere mensili abolite dalla fine di maggio ha davvero dell’incredibile. Soprattutto perché finisce per colpire soprattutto le fasce più deboli della popolazione (appunto invalidi, anziani e studenti) quelle che più di altri, in questi tempi di forti rincari generalizzati, soffrono le conseguenze dell’attuale, difficile momento”.
Gli aumenti hanno toccato tutti i biglietti del trasporto urbano, oltre al Bit, anche il giornaliero BIG, il turistico, il BIRG e via dicendo. Ma la qualità dei servizi rimarrà sempre la stessa. E per quanto riguarda gli abbonamenti, inoltre, l’obbligo dell’annuale costringerà gli utenti a pagare anche per i mesi in cui non viaggeranno. “Gli studenti, per esempio, in estate quando le scuole e le Università sono chiuse; gli anziani che, quando stanno male, per uno o più mesi non possono uscire di casa e quindi non utilizzano gli autobus. Ho fatto solo alcuni esempi tra quelli che mi sembrano i più eclatanti. Ma altri se ne potrebbero fare e sono pronto a recepire su questo giornale, facendomene carico, i suggerimenti dei cittadini”.
Pendolari, lavoratori e studenti insieme alle associazioni dei consumatori, hanno dato il via ad una serie di proteste per gli aumenti che costeranno ai romani più di 90 milioni di euro. Esplicita la posizione del Pd: “E’ chiaro, per parte nostra, che non siamo d’accordo: i biglietti non vanno aumentati e gli abbonamenti mensili per anziani, studenti e disabili vanno ripristinati. Su questo l’opposizione del Partito Democratico sarà durissima e siamo pronti a portare la nostra protesta, che poi è quella dei cittadini, in ogni sede –conclude Coratti- Chiediamo che Alemanno e la sua giunta rivedano la delibera, invitando l’Atac a bloccare l’aumento dei biglietti e ripristinare al più presto le tessere mensili con le relative agevolazioni per gli utenti più bisognosi”.
Le idee, a quanto pare, tanto chiare non sono neanche per chi gli aumenti li ha approvati. “Non tutti sembra la pensino allo stesso modo –precisa Coratti- Per esempio il vicesindaco Sveva Belviso, qualche giorno fa annunciava che “tutto tornerà come prima”, smentita immediatamente dall’assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma per il quale invece “la delibera non sarà modificata”.
Daniela Paties Montagner