Abbracci, lacrime, dolore, conforto, ma anche tanta forza e determinazione è quella che ha contraddistinto le madri coraggio che hanno raggiunto Montecitorio nei giorni del 30 e 31 agosto. Storie che vengono accumunate da stessi precisi sistemi, stesse accuse di Pas e presunti rischi, stessi maltrattamenti, stessi reati, stesse violenze.
Veronica viene da Napoli, madre di tre figli di 7, 10 e 13 anni, 43 anni commercialista napoletana.
Ci ha raggiunto a Montecitorio, i suoi tre figli strappati dalla scuola per essere affidati al padre.
I figli di Veronica sono stati collocati presso la compagna dell’ex marito.
Veronica lamenta che i suoi figli non vengono curati, trascurato dall’ex marito. Li trova con la biancheria sporca, capelli spettinati. La più piccola di 7 anni è diventata obesa, “i miei figli non praticano più sport, non hanno più una vita come avevano prima con me“, ci racconta Veronica, una mamma che li curava e li ama profondamente.
Veronica ai microfoni di Paeseroma racconta con voce delicata e lacrime che trattiene che ” i miei bambini sono stati prelevati da scuola e affidati al padre violento. Sono tre anni che sono collocati presso la casa della compagna del mio ex marito. Tutto questo perché anche io sono stata accusata di presunto rischio di alienazione parentale”.
Ed ecco che ci troviamo nuovamente di fronte ad un ennesimo paradosso, un prelievo coatto, uno choc che segnerà per tutta la vita questi innocenti bambini, per un “un presunto rischio“. Le figure istituzionali commettono un reato nel prelevare con violenza un bambino, quindi un danno reale che avviene per un presunto rischio. Si, proprio così, con i “presunti rischi” si rovinano le vite di 60 mila bambini e 250 mila famiglie, sempre, come viene sancito nelle sentenze, “per il superiore interesse del minore”.
Continua Veronica che al termine del suo racconto viene abbracciata dalle altre mamme che comprendono perfettamente il profondo dolore ” oggi qui nuovamente e per l’ennesima volta, sperando che finalmente noi mamme ed i nostri figli veniamo ascoltati, chiediamo l’annullamento delle sentenze basate sulla alienazione parentale, qualora sia stata applicata in qualsiasi posto, in qualsiasi luogo, in qualsiasi tribunale che sia civile, penale o anche minorile”.
Conclude mamma Veronica ” vogliamo, pretendiamo assolutamente l’immediato restituzione dei nostri figli che sono in condizioni e psicologicamente molto gravi”.
Silvia, una mamma coraggio a cui è stata allontanata la figlia per aver avuto il coraggio di denunciare il marito con una voce piena di dolore, ma con determinazione:
“Mia figlia compie 11 anni tra un pò di giorni. Due anni fa mi è stata tolta perché mi sono permessa di denunciare mio marito, questa è la realtà italiana e non solo italiana, ma nessuno lo sa perché si tiene nascosto, ci sono interessi economici e noi non valiamo niente.
Noi mamme ed i nostri figli serviamo un meccanismo malato, corrotto, fangoso, ci gettano fango addosso”.
Silvia ci racconta di aver denunciato e di essere attaccata dal “sistema”, come avviene per la maggior parte delle donne che hanno avuto il coraggio di denunciare ed aggiunge “si ribalta tutto e ci tolgo i figli per darli ai mariti, a quei padri che hanno usato violenza su nostri figli e che hanno usato violenza su di noi. Abbiamo le prove” dichiara mamma Silvia, come tutte le prove che vengono depositate nei tribunali, come certificati del pronto soccorso, audio video di violenze. Afferma e conferma Silvia “ non servono a nulla, a niente. Le CTU con le perizia non servono assolutamente niente. Servono a tenere in piedi questo meccanismo malato, servono a creare soldi, tanti soldi, milioni di euro che girano per questo motivo. Intanto mia figlia da quando aveva 8 anni ad oggi che ne ha quasi 11, si chiede perché deve incontrare la madre in presenza di educatrici qualche ora a settimana, non può più dormire col fratello, non può più frequentare la nonna materna, non può più frequentare la famiglia materna, le figlie dei nostri amici.
Assolutamente non può fare niente di tutto questo, si chiede perché.
La sua risposta è perché ha avuto il coraggio di raccontare alla Polizia quello che gli faceva il padre, fisicamente e psicologicamente. Quindi mia figlia crescerà con la convinzione che se qualcuno ti fa del male non lo devi dire, perché sennò ne ricevi di più; questa è l’educazione che sta dando il nostro Stato ai nostri bambini che dovrebbero essere il futuro di questo Paese”.
Mamma Silvia conclude la su drammatica storia che accomuna tantissime mamme affermando “ io non mollerò mai, mai”.
Una mamma che ha insegnato valori e principi sani alla propria figlia che è stata ulteriormente punita nella maniera più dolorosa, quella di essere stata strappata dalla sua mamma per aver avuto il coraggio di dire la verità. In che Stato viviamo?
Le mamme si aspettano un intervento urgente, radicale e soprattutto immediato, perché mentre lo Stato, le Istituzioni, le persone sbagliano, gli anni passano e l’adolescenza, la vita dei bambini è devastata e distrutta da tanta violenza e crudeltà.
di Giada Giunti