(DIRE) Roma, 17 set. – “Mio figlio mi è stato strappato per l’alienazione parentale“. A dirlo ai microfoni dell’Agenzia Dire, nell’ultimo presidio davanti al ministero della giustizia, è la mamma coraggio Maria Assunta, che non vede il figlio da anni. “È stato portato via dall’anticrimine, si è fatto due anni di comunità che lo hanno traumatizzato, distrutto ed è stato portato dal padre. La mia è una situazione di non ritorno- ha detto- ma a lui manca la sua casa, la sua scuola, mi ha detto di lasciare tutti i suoi giochi come erano”.
Anche il figlio di sette anni di un’altra mamma, epilettico, “è stato portato via dall’anticrimine con la violenza con l’obiettivo di avvicinarlo a un padre di cui ha paura. Ora si trova in casa famiglia e quando vado a trovarlo chiede solo di tornare” ha raccontato sua mamma. Il bambino, ha detto, “non viene ascoltato da nessuno. Né l’assistente sociale né il tutore l’hanno conosciuto prima che mi venisse strappato”.
Le storie sono tante e sembrano seguire gli stessi copioni.
Roda, cugina di D., una madre di due bambini che vivono a Roma, ha raccontato: “Le vogliono togliere con un’ordinanza i figli, per portarli in casa famiglia. Loro non ci vogliono andare e uno di loro l’ha anche detto al giudice ma nessuno lo ha ascoltato”.
Come il figlio di Laura Massaro, “anche i miei due nipotini vorrebbero andare a scuola ma hanno paura di essere portati via. Sono rinchiusi in casa da aprile. Speriamo che cambi la legge 54″. Altra icona di questa battaglia Giada Giunti, mamma coraggio, che ha lanciato un appello alla ministra Cartabia per far “ascoltare le mamme e soprattutto i nostri figli che chiedono solo di poter stare con le loro madri. Mio figlio mi è stato strappato con la forza- ha raccontato-, io sono stata accusata di essere simbiotica e il padre l’ha fatto collocare in una casa famiglia.
Lui piange– ha detto ancora mamma Giunti- si dispera e chiede solo di stare con me.
Chiedo protezione alla ministra Cartabia– ha concluso- perché in Italia abbiamo leggi che non vengono applicate. Chiediamo alla ministra di fare l’impossibile”.