Il giovane 15enne pilota spagnolo di Superbike, Dean Berta Vinales morto a Jerez de la Frontera, sta facendo discutere e riflettere non solo il mondo del motociclismo, ma tutto lo sport. A parlarne quest’oggi è la Campionessa del Mondo, Giuliana Salce, marciatrice italiana, medaglia d’oro ai Campionati del mondo di atletica leggera indoor di Parigi 1985, argento nel 1987 sia ad Indianapolis che a Liévin, oltre ad aver conseguito 12 titoli italiani assoluti ed essere stata inclusa nella Hall of Fame – I migliori atleti italiani di sempre. Da sempre impegnata nella lotta al doping, oggi da ambientalista è Responsabile per il Lazio del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale e fra le sportive candidate al Campidoglio, nella lista di Forza Italia. “Non è il primo giovane Dean Berta Vinales, a perdere la vita facendo questo tipo di sport, è accaduto anche in Italia ad un altro giovanissimo, al Mugello, durante il Mondiale Moto3. Ho sempre sostenuto -dichiara Giuliana Salce- che lo sport è vita, quindi si dovrebbe fare del tutto per mettere in sicurezza i circuiti, garantire a questo affascinante disciplina di non sacrificare giovanissime vite”. “Con la medesima energia e determinazione con la quale ho sempre combattuto il doping considerandolo un pericolo per la vita sportiva soprattutto dei giovani, così considero la mancanza di sicurezza un ulteriore grave ostacolo e pericolo per gli sportivi. Ricordo le recenti e straordinarie parole di Papa Francesco, che indica a tutti che “Nessun campione si costruisce in laboratorio”. Parole che debbono essere un monito per chiunque pratica attività sportiva, parole che debbono essere scolpite nella mente di chi si allena, soprattutto dei giovanissimi. Ed aggiungo che q1uindi nessuno deve rischiare la propria vita per praticare lo sport”. “Sono anni che mi impegno con incontri, conferenze nelle scuole, scrivendo libri e rappresentando la mia vita sportiva in teatro ed in ogni incontro pubblico proprio per divulgare l’idea che lo sport deve essere vita. Questi gravissimi incidenti che hanno strappato la vita a giovanissimi atleti mi danno ancora di più la forza di continuare nella mia missione per uno sport libero da ogni condizionamento dalle sostanze illegali e nocive e libero da ogni pericolo. E’ un appello alle Istituzioni -conclude Salce- affinchè anche nella Superbike ed altre categorie minori del motociclismo si possa garantire la piena sicurezza nei circuiti”.