La disperazione, la rabbia, la depauperazione delle ricchezze individuali, la mancanza di fiducia nei confronti del governanti impedisce non solo gli investimenti, ma la stessa cura della salute individuale. E’ sufficiente valutare che in Italia i governanti ordinano ad operatori pubblici di entrare nelle case per espropriare i figli e confinarli nei lager di Stato. Tale situazione determina altresì una perturbazione dell’azione politica dei partiti in quanto il distacco dai centri di aggregazione sviluppa la gemmazione variegata di gruppi e movimenti.
La sovietizzazione del mondo nei territori sotto il dominio dell’URSS e nelle ideologie delle militanze delle variegate sinistre occidentali, portatrici dei diritti degli ultimi e negatrici dei diritti annunciati, enfatizzando quello che è effimero con valenza secolare, ha pervaso la storia dopo la 2^ guerra mondiale. L’orrore dell’arcipelago dei gulag, dei campi di concentramento sul sistema di lavoro forzato nell’URSS, narrato da Aleksandr Solzenicyn, trova ancora cittadinanza in alcune aree delle società opulente occidentali, fondate sui principi di uguaglianza, libertà, fraternità.
Durante la dittatura comunista, instaurata da Lenin (peraltro tradito dai suoi stessi compagni di viaggio) nel 1917 e conclusa nel 1991, l’utilizzo sistematico della giustizia politica disseminò l’Unione Sovietica di campi di concentramento per tacitare coattivamente gli oppositori.
Non sono stati i liberali e i democratici dei Paesi occidentali ad interrompere le forme delle dittature proletarie, ma i rivoluzionari nati nel sistema comunista, che hanno provocato l’implosione del sistema dall’interno.
Ci sono leader che hanno guidato il rinnovamento del proprio Paese. Ad esempio Adolfo Suarez, Margaret Thatcher, Helmut Kohl, Ronald Reagan, Vaclav Havel.
E ci sono leader che hanno cambiato il mondo. Il primo è stato Vladimir Lenin, che creò il sistema comunista sovietico, sfidando il mondo occidentale. Il secondo è stato Mikhail Gorbaciov, che distrusse questo sistema, segnando la tappa fondamentale del XX secolo.
Il terzo è stato Deng Xiaoping il pioniere della riforma economica cinese e l’artefice del “socialismo con caratteristiche cinesi”, teoria che mirava a giustificare la transizione dall’economia pianificata a un’economia aperta al mercato, ma comunque supervisionata dallo Stato nelle prospettive macroeconomiche.
La diffusa, capillare, presente in tutto il territorio dell’Italia, sottrazione abusiva ed illiberale, quanto criminale, dei figli ai genitori biologici genera le condizioni per l’avvento della rivoluzione del popolo italiano e il rinascimento di una nuova Repubblica democratica ed altruista.
Sotto i riflettori gli anni della svolta, dal 1985 al 1990, tra rinnovamento del Paese e del mondo e caduta di popolarità.
Gorbaciov dal 1985 al 1990 portò avanti l’idea del “mondo senza nucleare” già nel 1986, molti anni prima di Obama. Il risultato fu il dialogo tra Unione Sovietica e America per il disarmo atomico e per la messa al bando delle armi chimiche, batteriologiche e biologiche. Fu Gorbaciov che riconobbe al popolo il diritto alla libertà di scelta. Fu sempre lui che decise di liberare l’Europa Orientale dall’abbraccio sovietico. Quando iniziarono le “rivoluzioni di velluto” nella Germania Orientale, in Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia, i dirigenti locali telefonavano al Cremlino chiedendo il permesso di usare i corpi armati sovietici ancora presenti sul territorio. Gorbaciov rispondeva con un secco “no”, non voleva un’altra Primavera di Praga e altri spargimenti di sangue. Gorbaciov fu colui che seppellì il sistema comunista mondiale. Spezzò il monopolio del partito comunista sulle opinioni e sulle scelte. Anche se sperava di riuscire a mantenere in piedi un’Unione di Stati alleati, la rottura delle varie repubbliche nazionali con Mosca avvenne in modo talmente brusco, che fu semplicemente impossibile fermare il processo di disintegrazione. In Russia il nome di Gorbaciov suscita reazioni contrastanti. Alcuni, per ora in minoranza, lo ammirano, altri lo criticano. Innanzitutto perché non riuscì a portare a termine la grande trasformazione che lui stesso aveva avviato. Il dramma della parabola di Gorbaciov sta proprio nel fatto che l’onda che aveva sollevato spazzò via anche lui dalla scena russa. Quelli che arrivarono al potere grazie a lui non gli perdonarono il suo slancio e la sua capacità di ragionare in termini di libertà. Gorbaciov fu il primo capo nella storia della Russia che lasciò il Cremlino di sua spontanea volontà, senza cercare di restare attaccato al potere. La tradizione dell’allontanamento spontaneo dal potere si rivelò impopolare. Eltsin riportò la Russia agli usi precedenti, secondo i quali il padrone del Cremlino non lascia il proprio posto volontariamente. In casi estremi, può al massimo nominare un successore. Gorbaciov ha dovuto superare un forte dolore personale: la morte della persona più cara, Raissa, moglie e amica. Questo dolore, nella sua umanità, è stato la spinta che ha di nuovo avvicinato Gorbaciov alla Russia; attraverso la compassione per il dolore di Gorbaciov come uomo, i russi hanno iniziato a comprendere il significato di Gorbaciov come politico.
Deng Xiaoping Guang’an, 22 agosto 1904 – Pechino, 19 febbraio 1997) è stato un politico, rivoluzionario e militare cinese. Ha ricoperto ruoli direttivi nel Partito Comunista Cinese (PCC) a più riprese nel corso dell’era di Mao Zedond, diventando leader de facto della Cina dal 1978 al 1992. È stato il pioniere della riforma economica cinese e l’artefice del “socialismo con caratteristiche cinesi”, teoria che mirava a giustificare la transizione dall’economia pianificata a un’economia aperta al mercato, ma comunque supervisionata dallo Stato nelle prospettive macroeconomiche. Nel decennio tra gli anni Ottanta e Novanta, da lui guidati, la Repubblica Popolare Cinese restaurò relazioni strategiche e geopolitiche con l’Unione Sovietica, abbandonando la “teoria dei tre mondi”, antisovietica e di ascendenza maoista. Deng fu il cuore della seconda generazione dei leader del Partito Comunista Cinese. Sotto il suo controllo la Cina divenne una delle economie dalla crescita più rapida, senza che il partito perdesse il controllo del Paese. Essendo un sostenitore di Mao Zedong, Deng fu incaricato dallo stesso Mao di ricoprire nel nuovo governo cariche importanti. Nel 1957, dopo aver appoggiato ufficialmente Mao nella sua campagna anti-conservatrice, divenne segretario generale del Partito Comunista Cinese dirigendo gli affari quotidiani del Paese assieme al presidente Liu Shaoqi. Al crescere del disincanto nei confronti del grande balzo in avanti di Mao, Deng e Liu, all’interno del PCC, acquisirono sempre più influenza e potere. Attuarono delle riforme economiche che rafforzarono il loro prestigio tra le file del partito e tra la popolazione. Deng e Liu collaborarono con tenacia per adottare una linea politica più concreta, in opposizione alle idee radicali di Mao.
Mao si rese conto che il prestigio ottenuto da Deng e Liu tramite questi sforzi poteva significare la sua riduzione a mera figura simbolo. Per questo, oltre ad altri motivi, nel 1966 Mao lanciò la rivoluzione culturale, durante la quale Deng perse consensi e fu costretto a ritirarsi da tutte le sue cariche. Fu inviato nel distretto di Xinjian, nella provincia rurale dello Jiangxi, a svolgere mansioni di un normale impiegato.
Quando il premier Zhou Enlai si ammalò di cancro Deng venne scelto da quest’ultimo come suo successore, riuscendo nel 1973 a convincere Mao a riportare in politica Deng come primo vicepremier. Tuttavia la rivoluzione culturale non era ancora finita e un gruppo politico radicale, conosciuto successivamente come la Banda dei Quattro, concorreva nella lotta per il potere all’interno del Partito Comunista. La Banda vide in Deng il suo grande avversario da battere. Dopo la morte di Zhou Enlai nel gennaio 1976 Deng perse il solido appoggio del partito e, dopo aver tenuto il suo elogio ufficiale ai funerali di stato di Zhou, fu ancora una volta vittima dell’epurazione. Deng fu costretto a lasciare tutte le sue funzioni dalla Banda dei Quattro, rimanendo comunque ancora membro del partito.
Nel microcosmo italiano la tragedia si chiama “sequestri di Stato” anche se il termine non piace ai superbi magistrati, ma fingono di non sapere che tale delitto pone in pericolo la stessa forma repubblicana dello Stato e cancella i principi fondamentali della Carta costituzionale. Il nostro scontro è nei confronti di alcuni magistrati, troppo potenti, tutti hanno paura. La mattanza giudiziaria e processuale dura da 30 anni.
Dobbiamo aprire alla trasparenza il recinto delle case famiglia – strutture protette (la protezione è abusiva) – così come agiscono le navi delle O.N.G. – come pure ribellarsi agli incontri protetti ogni 15 giorni per un’ora alla presenza di un sorvegliante. E’ una pratica abusiva per sottrarre i figli ai genitori. Dire basta al regime dittatoriale, la fine dell’open board il ripristino della legalità. Rispondo ai narratori dell’ovvio quelli che alimentano l’odio sociale che organizzano le piazze per continuare ad occupare abusivamente il potere:
- “il governo che verrà” il governo che verrà sarà il nostro – quello degli umiliati ed offesi (dostoevskij) – privati dei più elementari diritti – ostacolati nel compiere i nostri doveri: la cura – l’educazione – la crescita dei nostri figli d’Italia. Noi che abbiamo subito i sequestri di Stato – la sottrazione abusiva degli affetti più cari – il vilipendio del rapporto biologico figli/genitori – l’oltraggio della compravendita dei figli d’Italia – l’assenza di umanità per la sofferenza e le lacrime di dolore di bambini innocenti. Da anni genitori e figli sono in prognosi riservata. La morte della forma repubblicana dello stato – la costante violazione dei principi costituzionali
- il papa “il sovranismo – chiusura e isolamento”. Il termine è usato propriamente se intende solidarietà umana, grazia e misericordia, come pure laicamente liberté, égalité, fraternité(in italiano libertà, uguaglianza, fratellanza) il celebre motto risalente al 1700 e associato in particolare all’epoca della rivoluzione francese, divenuto poi il motto nazionale della Repubblica francese. Se usato politicamente la connotazione negativa è impropria e fuorviante. sovranismo deriva da sovranità. La sovranità appartiene al popolo appunto sovrano. Il concetto di sovranità consiste nell’individuare, per il succedersi di eventi storici, l’organo, meglio gli organi che statuiscono le regole per la collettività e si impegnano ad applicarle. All’epoca delle monarchie si diceva “rex in regno suo est imperator” (lat. «il re è imperatore nel suo regno»). – formula politico-giuridica enunciata nel medioevo, ma riadottata dai re dell’età moderna, per esprimere la pienezza dei poteri (plenitudo potestatis) di ciascun re all’interno del proprio ordinamento: letteralmente significa che ogni re, nell’ambito del suo regno, ha gli stessi poteri che ha l’imperatore sul mondo, e si ricollega alla concezione, tipicamente medievale, del mondo come ordinamento giuridico (universitas humanitatis) e dell’imperatore come signore universale (dominus mundi). Poi la sovranità è mutata in idea politica, quindi la sovranità appartiene alla legge, il principio di legalità. e più è forte e sovrano uno stato meglio può stabilire accordi con altri stati e meglio può partecipare ad unioni, confederazioni con pari dignità e forza politica. Attualmente accade che tutti i 27 stati componenti delle UE sono sovranisti, molti non lo annunciano ma agiscono da sovranisti e non rispettano le regole dell’unione che hanno sottoscritto.
La sinistra di popolo e di governo dal 1970 ha condotto scientificamente il massacro dell’Italia e non solo. Ogni provvedimento a partire dal disastro delle regioni che hanno procurato circa 600 miliardi di debito pubblico con efficienza e produttività pari a zero. Un altro clientificio pagato dagli italiani.
I parametri più gettonati “mercati, spead, miliardi in fumo – fitch. l’incertezza costa”. Si tratta degli interessi degli speculatori della finanza creativa. La ricchezza del paese è data dall’economia reale infrastrutture – lavoro per tutti – crescita – sviluppo – riduzione dell’apparato pubblico al minimo (costa 800 miliardi l’anno per servizi e produttività quasi a zero) e soprattutto efficienza ed efficacia dell’amministrazione della giustizia.
Greta Thunberg 17 anni – Greta “voglio parlare all’America ma non incontro Trump lui non ascolta la scienza”. Dolce fanciulla proprio perché’ sostieni che non ascolta la scienza devi parlare con lui per convincerlo. Se parli con quelli che sono dalla tua parte è una operazione che ricalca la formula dell’utilità dell’inutile. La scienza di cui parli te la spiego io perché’ si tratta non delle scoperte in se’ delle ricerche scientifiche che procedono per tentativi ed errori, ma la possibilità di utilizzare le conoscenze scientifiche per l’agire politico ed appunto annullando quelle idiozie: destra/sinistra – conservatori/progressisti – guerrafondai/pacifisti – speculatori/difensori dei diritti. Anche tu partecipi purtroppo (con una operazione intelligente e coraggiosa) al penoso eterno derby buoni e cattivi. Aggiungiti a noi difendiamo tutti i bambini del mondo – siamo il futuro. Dico alla giovane Greta: un clima migliore senza bambini è utile solo alle piante che pure sono importanti.
“ Pietro, cacciato dal lido solo perché nero. “Tira un vento razzista”. Caro Pietro se tira una vento “razzista” la responsabilità e’ solo di chi comanda e decide e che deve assicurare l’ordine pubblico – che non si conquista solo con misure repressive ma con la soluzione dei problemi vitali di esistenza quotidiana e con intelligente e saggio colloquio con le genti. Sai chi comanda in Italia??? in Italia su tutte le istituzioni comanda il singolo magistrato che decide della vita e della morte dei sudditi e quindi crea effetti collaterali devastanti e reazioni incontrollate. Se pensi a 60.000 sequestri a scopo di estorsione di figli d’Italia a 40.000 affidi falsi a 600.000 figli e genitori posti agli arresti domiciliari affidati ai servizi sociali territorialmente competenti non puoi revocare in dubbio che molti magistrati sono razzisti. “ La solidarietà non va in vacanza” quella sui sequestri di Stato non va in vacanza da 30 anni.
di Carlo Priolo