(DIRE) Roma, 4 ott. – Un’aula aperta alla città, con vetrate che favoriscono l’illuminazione naturale, vasche per la vegetazione sulle terrazze e un impianto fotovoltaico. Il nuovo rettorato dell’Università Roma Tre è stato inaugurato questa mattina, dopo tre anni di lavori, in zona Ostiense. Uno spazio innovativo e sostenibile che si integra però nel contesto urbano del quartiere, con forme circolari che richiamano il Gazometro.
Le tre torri, a pianta ellittica, ospiteranno gli uffici dell’ateneo, la sede del Rettorato e due sale. Circa 29mila metri quadri complessivi tra spazi interni, parcheggi sotterranei, una piazza aperta alla cittadinanza e un giardino rialzato. Il progetto è firmato dallo studio MC A – Mario Cucinella Architects, e questo pomeriggio, alle 15, lo stesso Cucinella inaugurerà l’aula magna con una lezione per le matricole del Corso di Scienze dell’Architettura.
“Oggi presentiamo alla città il nuovo volto di Roma Tre- ha detto il Rettore Luca Pietromarchi- Finora avevamo occupato gli spazi industriali della città, ora ne creiamo uno nuovo ma rimanendo fedeli a un grande quartiere operaio trasformato in un grande quartiere studentesco. Questa struttura è una lezione di architettura, economia, sostenibilità, ed estetica”.
Gli uffici dell’ateneo, già operativi nelle tre torri del rettorato e concentrati in un’unica struttura, libereranno quindi spazi dell’università che potranno essere restituiti ai 33mila studenti dell’ateneo e alle attività didattiche.
“Il cuore dell’università è la lezione, è guardarsi negli occhi. Ascoltarsi e parlarsi. E Roma Tre lo ha sempre provato offrendo ai propri studenti i più begli spazi possibili”, ha commentato il Rettore all’agenzia di stampa Dire.
“Il rettorato di Roma Tre vuole essere un’opportunità concreta per gli studenti di abitare nuovi luoghi-afferma Mario Cucinella, fondatore di Mario Cucinella Architects- Fin dalla fase progettuale abbiamo dato molto valore allo spazio auditorium.
Abbiamo sempre voluto che fosse molto trasparente e visibile dalla strada, proprio perché dalla via Ostiense si potessero vedere le attività che si svolgeranno al suo interno, conferenze, incontri o mostre. Questo perché volevamo che l’università fosse come proiettata verso la città, non un luogo chiuso ma una chiara rappresentazione di continuità e apertura verso l’esterno”.