Partite IVA, è boom di aperture: unsegnale di ritorno alla normalità?
Nei primi due trimestri dell’anno si è registrato un vero e proprio boom di aperture di partite IVA.
Un dato che lascia sicuramente ben sperare, poiché potrebbe essere il segnale di un ritorno alla normalità.
Nel 2020 c’è stato un vero crollo delle aperture di partite IVA, dettato naturalmente dall’esplosione della pandemia. In un contesto di tale incertezza economica, appariva evidentemente un azzardo aprire una partita IVA.
Ora le cose stanno fortunatamente cambiando in bene.
Sono due i dati che risaltano agli occhi: l’apertura di partite IVA di soggetti non residenti e l’apertura di partite IVA a regime forfettario.
Quest’ultima è una soluzione molto adatta per i professionisti che non superano i 65.000 euro annui, in quanto fornisce una serie di vantaggi tangibili ed agevolazioni fiscali.
Vale quindi la pena approfondire il discorso sulla partita IVA forfettaria per comprenderne meglio requisiti, dinamiche e meccanismi. C’è poi da considerare un altro aspetto: buona parte delle partite IVA di soggetti non residenti è stata trainata dal commercio online, che ha visto moltiplicarsi a dismisura il suo volume d’affari nel periodo pandemico.
Un dato che non sorprende, poiché nei periodi di lockdown era possibile acquistare quasi esclusivamente sul web.
Snocciolando un po’ di numeri del report rilasciato dall’Osservatorio sulle partite IVA del dipartimento di Finanze, emerge che nel primo semestre sono state aperte oltre 334.000 partite IVA, cioè il 30% in più rispetto al 2020.
Tuttavia, confrontando i dati con lo stesso periodo del 2019, non si registrano grandi differenze. Da segnalare però che, rispetto al primo semestre del 2019, c’è stato un calo dell’8% delle persone fisiche. La vera svolta, come dicevamo, è stata comunque data dall’esplosione del commercio online.
Anche gli operatori esteri hanno aperto una partita IVA per poter operare online in Italia, avere depositi e per vendere direttamente dall’Italia stessa, velocizzando così le consegne.
A questo punto si aspettano i dati relativi al terzo trimestre, ma tutto lascia pensare che questo trend sarà in continua ascesa. C’è un altro elemento che incoraggia questa ipotesi: a partire dal 1° luglio 2021 sono entrati in vigore i nuovi regimi Oss e Ioss, che offrono facilitazioni a tutti i soggetti operanti nel settore dell’e-commerce in diversi paesi dell’Unione Europea.