A Roma il 3 ottobre, in linea con le altre grandi città chiamate al voto, si è registrata un’affluenza del 36,82 per cento, dato in netto calo rispetto alle amministrative del 2016.
Roma si prepara al ballottaggio che richiamerà i cittadini della capitale alle urne domenica 17 ottobre e lunedì 18. La città è chiamata a scegliere tra il candidato di centrosinistra, l’ex ministro Roberto Gualtieri (27%) e il candidato del centrodestra, l’avvocato Enrico Michetti (30%), in leggero vantaggio rispetto al suo sfidante. Decisiva per determinare chi sarà il vincitore della corsa al Campidoglio sarà la ripartizione dei voti ottenuti dai candidati sconfitti: la sindaca uscente Virginia Raggi e il leader di Azione Carlo Calenda
L’ago della bilancia porta il nome di Raggi e Calenda?
Raggi e Calenda insieme vantano quasi il 40 per cento dei voti espressi il 3 e il 4 ottobre, spiccando tra i candidati sconfitti per il record di preferenze. A Torino infatti, altra città che si prepara al ballottaggio, il candidato sconfitto più votato, Valentina Sganga del m5S, ha ottenuto solo il 9%. Nonostante le aspre dichiarazioni nei confronti del candidato sindaco Gualtieri in seguito allo spoglio elettorale, durante la trasmissione televisiva trasmessa su LA7, Otto e mezzo, il leader di Azione ha dichiarato che al ballottaggio avrebbe votato per Gualtieri, con il quale condivide il gruppo dei socialisti democratici al Parlamento europeo, se avesse avuto la certezza che non ci sarebbe stato nessun rappresentante del m5S nella giunta comunale. Ha inoltre specificato che il suo indirizzo di voto non doveva essere un diktat per i suoi elettori, un terzo dei quali nelle precedenti elezioni del 2016 aveva orientato però la propria preferenza verso il centro-destra. La lista Carlo Calenda sindaco con il 19,8 per cento di preferenze è stata la lista singola più votata della capitale, rappresentando così un ‘bottino elettorale’ a cui nessuno dei due sfidanti per vincere si può permettere di rinunciare. La sindaca uscente Virginia Raggi non ha invece rilasciato dichiarazioni sul suo indirizzo di voto, affermando soltanto la sua volontà di occupare l’opposizione nella prossima consigliatura, muovendo pesanti critiche nei confronti di Gualtieri. A parlare è stato invece l’ex premier e attuale leader del m5S, Giuseppe Conte, che durante la trasmissione DiMartedì ha affermato che Virginia Raggi avrebbe votato per Gualtieri, in quanto distante dalle posizioni politiche di Michetti. L’alleanza PD-M5S auspicata per il Governo non sembra invece riconfermarsi nelle sorti della capitale. Bisogna inoltre tenere conto che l’elettorato pentastellato che ha portato la Raggi a vincere la sua corsa al Campidoglio nel 2016 è profondamente mutato. I suoi sostenitori che riempivano le piazze di tutta Italia per il V-day, sembrano così distanti dal ben più moderato e istituzionalizzato Giuseppe Conte, per tanto quello stesso malcontento di 5 anni fa, ad oggi probabilmente amplificato da due anni di pandemia, potrebbe rappresentare un ottimo canalizzatore di voti per il centro-destra di Michetti. L’intervento di movimenti di estrema destra come Forza Nuova nella manifestazione no green pass che ha interessato Roma il 9 ottobre e si è conclusa con l’attacco della Cgil, minaccia di incrinare il vantaggio di Michetti che potrebbe vedersi privato dell’appoggio dei suoi elettori più moderati. Tuttavia nulla è ancora deciso e i pronostici di queste amministrative risultano più incerte che mai.
Aurora Mocci