La scuola è tornata in presenza al 100%, ma le attività extra all’esterno della classe, come gite o visite guidate, sono impedite dall’introduzione del green pass. A sollevare il problema è Carlo Braga, preside dell’Istituto Salvemini di Casalecchio, in provincia di Bologna, che per questo chiede che si arrivi all’obbligo vaccinale anche per gli studenti e a uno snellimento delle norme sulla privacy.
“Passata la fase cruciale del rientro in presenza a ‘tutti i costi’- dice Braga- sembra essere venuto meno l’interesse per l’attività scolastica più in generale, come se l’obiettivo primario fosse solo determinato dalla collocazione fisicamente a scuola degli studenti, peraltro non sempre riuscita al meglio per la carenza di spazi”. L’attività in presenza, conferma il preside, “è fondamentale per una serie di motivazioni già ampiamente affrontate”. Ma ora che l’obiettivo è stato raggiunto, sostiene Braga, “si potrebbe passare al livello successivo, ovvero la qualità di quanto viene fatto”.
Nelle attuali condizioni, infatti, “la scuola si trova sostanzialmente chiusa su se stessa- segnala il dirigente del Salvemini- con l’attività scolastica limitata alla sola lezione d’aula, senza poter svolgere visite guidate, visitare musei, aziende, realtà produttive e sociali o università“. Il motivo? “Le attuali limitazioni imposte dalla tutela della privacy dello studente non permettono alcuna attività sottoposta al controllo del green pass- spiega Braga- poiché la scuola non può chiedere allo studente la certificazione dell’avvenuta vaccinazione e, in forza di una supposta ‘discriminazione’, per tutti viene limitata l’offerta formativa“.
Il risultato è che “gli studenti perdono una moltitudine di iniziative extrascolastiche basilari per una completa formazione– mette in guardia il preside- imponendo un modello superato di scuola autoreferenziale , sostanzialmente chiusa su se stessa e nel ristretto spazio della propria aula”. Secondo Braga, dunque, “stabilire l’obbligo vaccinale e rivedere i limiti imposti dal Garante della privacy permetterebbe agli studenti un ambiente scolastico più sereno, magari col superamento della mascherina, condizioni che permetterebbero nel contempo di rivedere il sorriso dei nostri studenti e docenti, componente essenziale della trasmissione educativa, e di sfruttare tutte le proposte di formazione extrascolastiche ora di fatto impedite”.