Facebook e la sua nuova frontiera del ‘metaverso’
Zuckerberg è recentemente tornato al centro del mirino mediatico in seguito alle pesanti accuse lanciate dall’ex product managers di Facebook, Frances Hauges, e alla seguente diffusione da parte di un consorzio di 17 testate americane, tra cui anche il Wall Street Journal, dei Facebook Papers, documenti riservati della compagnia, che attestano come il colosso californiano si nutra di algoritmi che cimentano l’odio e la disinformazione politica per polarizzare il conflitto, e di come siano inoltre sono responsabili del cospicuo aumento di ansia sociale nelle nuove generazioni, sempre più esposti a canoni estetici irraggiungibili e modelli di vita fittizi. Frances Hauges ha testimoniato inizialmente al Senato americano, il 25 ottobre ha invece partecipato a un’udienza del Parlamento britannico, mentre è in programma un suo intervento anche davanti al Parlamento europeo, per aiutare i paesi a legiferare le norme necessarie per la tutela degli utenti e il contenimento del potere mediatico di Menlo Park. I Facebook Papers attestano inoltre come la società abbia in modo riservato e meticoloso ‘tracciato’ i conflitti nel mondo reale esacerbati sulla piattaforma, ignorato i consigli dei dipendenti sui rischi di alcune pratiche, esponendo comunità vulnerabili in tutto il mondo ad un cocktail di messaggi pericolosi. Nonostante Menlo Park stia vivendo la sua più profonda crisi dal momento della fondazione, Zuckerberg non si arresta e invece di concentrarsi sul sanare le ferite aperte del presente preferisce guardare al futuro, annunciando durante l’evento online ‘Facebook connect’, il cambio di immagine della società. Il nome ufficiale non sarà più Facebook, ma ‘Meta’ e il suo logo sarà il simbolo dell’infinito. Nessun cambio di immagine o di nome invece per le altre app comprese nella compagnia quale Instagram e Whatsapp. Quello che il trentasettenne Zuckerberg vuole proporre però è ben più di un cambio di immagine, ‘Meta’ è la nuova bandiera con cui il miliardario vuole conquistare la nuova frontiera del ‘metaverso’.
Il ‘metaverso’: internet a tre dimensioni
Zuckerberg ha fatto studi classici, e sa bene come “meta” in greco antico significhi “oltre” ed è proprio questo l’obiettivo che Menlo Park si è prefissato di raggiungere. La realtà del ‘metaverso’ indica perciò una realtà virtuale amplificata, dove tutti gli utenti saranno in grado di poter vivere online le loro esperienze preferite: andare a un concerto, incontrarsi con gli amici, presenziare a una riunione o sedersi comodamente nel salotto dei propri genitori che magari vivono dall’altra parte del mondo. Una realtà aumentata con tanto di avatar e di ologrammi alla quale si potrà accedere indossando dei visori. La porta di ingresso verso questa nuova dimensione sarà Horizon Home, software già noto per la piattaforma di video-riunioni Horizon Workrooms. Tutto ciò che fino adesso abbiamo visto solo nei film di fantascienza, Meta si promette di renderlo realtà. Per fare ciò Zuckerberg premette saranno necessari almeno dieci anni e una forte cooperazione informatica tra altre reti e software, tra i quali si possono già trovare Epic Games e Microsoft. Il progetto di Menlo Park non è ambizioso solo a livello tecnologico, ma anche a livello sociologico, se la compagnia dovesse davvero rispettare la promessa fatta, assisteremmo a una rivoluzione sociale senza precedenti, che annullando la spazialità rischierebbe di far sentire l’individuo sempre più solo e alienato dalla realtà circostante. La nostra società ha bisogno di un cambiamento, ma dobbiamo chiederci: è davvero il ‘metaverso’ quello di cui abbiamo bisogno
Massimiliano De Stefano