«Chiediamo al Ministro Speranza, una volta per tutte, una risposta chiara sulla terza dose. Sarà riservata a tutti gli operatori sanitari? E soprattutto, è stata avviata o no una indagine scientifica per comprendere le ragioni della recrudescenza delle infezioni? A che livello è oggi l’immunità di chi si è vaccinato a inizio anno?».
Così De Palma, presidente del sindacato Nursing Up.
A seguito di un’indagine sindacale su base dati ISS e incrociando i dati Inail, scopriamo che l’82% di chi si ammala nelle corsie sono come sempre gli infermieri.
L’aumento c’è ed è un dato di fatto e ci racconta di 343 nuovi casi in più in appena cinque giorni, ovvero 68 operatori al giorno.
«Facendo una proiezione, se l’aumento, così com’è, dovesse rimanere costante, e calcolassimo da oggi i prossimi 30 giorni di contagi, -quindi 30 ottobre-30 novembre,- con circa 350 casi ogni settimana, partendo dalla base odierna -che è 1734,- arriveremmo di certo a sfiorare i duemila contagi di operatori sanitari entro fine novembre.
Oggi, a distanza di poche settimane, dopo una calma che evidentemente era solo apparente, l’aumento costante delle infezioni dei professionisti della sanità, lento ma pericolosamente costante, è di nuovo sotto gli occhi di tutti.
E ancora una volta ci prodighiamo nell’affermare che il nostro non vuole essere affatto un atto di controproducente allarmismo.
Riteniamo, infatti, che pur essendo, almeno allo stato attuale in una situazione non allarmante, essa va di certo monitorata con estrema attenzione. Anche perché siamo di fronte a aumento nazionale dell’incidenza RT, con un rischio oggi definito moderato per ben 18 regioni, con una possibile recrudescenza epidemica in atto. Lo dicono dalla Cabina di Regia del Covid».
Queste le motivazioni che spingono il sindacato -rappresentato in prima persona da De Palma,- a pretendere di capire qual è lo stato immunitario di coloro che si sono vaccinati a inizio anno.
Fino a che punto la terza dose sarà capace di agire sulle nuove varianti?
Francesca Ruggiero