Si è tenuta Sabato 20 novembre presso la sede del circolo culturale Arvalia la prima di un ciclo di conferenze di Solid Onlus sul Medio-Oriente che ha visto come incipit l’Afganistan
Ada Oppedisano, presidente della onlus Solid con una tesi di laurea sul narcotraffico in Afganistan e l’analista geopolitica Hanieh Tarkian, italo-iraniana, con un dottorato in Studi Islamici e master in Studi Strategici e relazioni internazionali, hanno raccontato la storia di un paese considerato dagli antichi il centro del mondo divenuto poi il campo di battaglia di etnie locali e superpotenze straniere che sono state causa di distruzione dello stesso.
Ora gli Stati Uniti lasciano il paese in mano ai Talebani,che ne hanno preso il controllo e nominato il loro nuovo governo, dopo averlo occupato per 20 anni dall’ indomani di quel’ 11 settembre ancora da chiarire, con accordi più meno blindati e segreti che segnano di fatto il fallimento degli “esportatori di democrazia” per antonomasia, mentre il popolo stanco e devastato dalla guerra chiede solo un ritorno alla pace e alla normalità che gli è stata negata per anni.
“Un vaso di terra cotta in mezzo a tanti vasi di ferro” questa è la prima immagine che le relatrici ci danno di questa terra, circondata adesso come un tempo da paesi molto più forti di lei come il Pakistan, L’Iran(Persia), la Cina, l’Arabia Saudita e paesi controllati dall’ex Unione Sovietica, che nel tempo hanno interferito nella politica afgana segnandone incontrovertibilmente il destino
Talebani da un parte sovvenzionati dall’Arabia Saudita che ha finanziato le loro scuole come quella fondata sul Deobandi, un movimento sunnita conservatore, o Wahabiti che sono la matrice teorica ed ideologica talebana e dall’altra gli USA che in piena guerra fredda per provare a fermare l’invasione sovietica del paese hanno visto utili la fondazione di queste scuole islamiche in Pakistan
Raccontano la storia del comandante Ahmad Sha Massoud chiamato dai suoi “il Leone del Panjshir” oppositore nell’Afghanistan dell’Emirato dei talebani, ucciso dai terroristi due giorni prima della distruzione delle Torri Gemelle. Massud era un esempio per i suoi uomini e un leader indiscusso: aveva combattuto contro i sovietici, i fondamentalisti e i talebani. Ma oltre che un combattente carismatico era anche un uomo spirituale, amava la poesia e gli scacchi. Era musulmano osservante ma lontano dall’estremismo che non riconosceva come Islam.
Una conferenza brillante ed esaustiva anche in merito al ruolo dell’Occidente che è il maggior responsabile di ciò che oggi succede poco lontano da noi ma che deve interessarci e responsabilizzarci.
Attendiamo davvero impazienti e curiosi il prossimo intervento sul tema medio-orientale di Solid
Per ulteriore approfondimento il link ad uno straordinario articolo di Ada Oppedisano presidente di Solid Onlus https://www.solid-onlus.org/afghanistan/
Francesca Romana Cristicini