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Webinar, collegamenti internazionali e dal Ministero della giustizia nella giornata simbolo del contrasto alla violenza sulle donne e bambini.
Un sit-in organizzato dalle associazioni Verità Altre (vicepresidente Giada Giunti), Comitato Madri unite contro la violenza istituzionale (presidente laura Massaro), Maison Antigone (presidente Michela Nacca e vicepresidente Simona d’Aquilio), progetto Medusa (dr.ssa Bruna Rucci), che si sono date appuntamento nelle adiacenze del Ministero della Giustizia in Piazza Cairoli in occasione della giornata simbolo della eliminazione della violenza sulle donne e bambini, il 25 novembre.
Per cercare di ottenere giustizia per sé stesse, per i propri figli, per cercare di non morire per mano degli ex, si sono ritrovate sotto una pioggia dirompente nelle adiacenze del ministero della giustizia.
Ed è lì che hanno chiesto nuovamente protezioni reali, vere e concrete, e, quindi, un decreto legge o atto ministeriale urgente, ci racconta Giada Giunti, vicepresidente di Verità Altre.
Giada Giunti a cui è stato allontanato suo figlio ben 6 anni fa con la falsa accusa di “abbandono di minore” nel circolo sportivo dove il figlio praticava sport da anni e nello stesso tempo di essere simbiotica. Non vede suo figlio e da anni e l’ex marito (diagnosticato violento e pericoloso anche per il figlio) a cui è stato affidato il figlio dopo aver richiesto ottenuto il collocamento in casa famiglia, le impedisce qualsiasi tipo di contatto con lui, come pure una videochiamata, l’invio di una fotografia o un messaggio, rifiuta ogni regalo che la mamma manda attraverso dei corrieri.
“Ringraziamo la ministra Cartabia – inizia mamma Giada – per aver risposto alle question time il 3 novembre (LINK) scorso alla Camera dei Deputati, per essersi impegnata al contrasto sulla violenza delle donne e bambini, ma soprattutto per la drammatica questione degli allontanamenti dei figli dalle proprie madri accusate di alienazione parentale e costrutti ascientifici simili.
Abbiamo bisogno di protezione, perché noi abbiamo avuto il coraggio di denunciare, ma quando denunciamo ci sospendono la responsabilità genitoriale perché scrivono che le denunce sono “strumentali e di pregiudizio per il minore” e ci allontanano dai nostri figli per essere affidati alle case famiglia oppure ai padri che sono stati diagnosticati violenti”, aggiunge mamma Giunti.
E fa presente che è proprio il Parlamento europeo con la risoluzione del 6 ottobre scorso a chiedere agli Stati membri di impegnarsi nel contrasto della violenza sulle donne e bambini, di non riconoscere la Pas, sindrome di alienazione parentale, all’interno dei tribunali soprattutto nei procedimenti di affido dei minori, di valutare la violenza domestica e di allontanare il padre violento.
Mamma Giada ringrazia chi si sta impegnando realmente al contrasto della violenza su donne e bambini, ma precisa che “noi abbiamo bisogno di aiuto concreto e quindi chiediamo il rispetto delle normative perché ci sono le leggi nazionali, sovranazionali, le sentenze della Cassazione, c’è adesso la risoluzione del Parlamento europeo; chiediamo che le leggi vengano applicate”.
Giada Giunti fa presente che le donne vittime di violenza continuano a sentire dalle Istituzioni che il fenomeno è dovuto ad un problema culturale, ad una questione di misoginia e che il dramma dei femminicidi e dei maltrattamenti su donne e soprattutto bambini è dovuto alla” mancanza di formazione ed alla incapacità di leggere la violenza” da parte delle figure professionali.
Giunti risponde che è vero solo in parte, atteso che chi ha il compito, il dovere della tutela e della protezione delle donne sono le Istituzioni che nella maggior parte dei casi non applicano le normative vigenti.
Noi donne abbiamo avuto il coraggio di denunciare, anche il codice rosso, il problema è che quando noi donne denunciamo, o troviamo la morte, oppure troviamo la morte in vita, perché noi entriamo in un sistema dove veniamo massacrati ancora di più e riceviamo la violenza istituzionale.
Non possiamo più attendere, sono morte 108 donne dall’inizio dell’anno, sono morti bambini. Cosa dobbiamo ancora fare per far capire che va debellato oggi questo dramma del secolo, i femminicidi, i maltrattamenti sui bambini, gli allontanamenti dei nostri figli? Ci hanno allontanato i nostri figli con la violenza, vanno in 10, 20, in 30 per prenderli, per affidarli a quegli uomini violenti dai quali noi dovremmo essere protette.
Noi abbiamo bisogno di protezione oggi, chiediamo, quindi, un intervento dirimente, un decreto legge urgente affinché gli allontanamenti dei nostri bambini terminino e che i nostri figli facciano ritorno dai genitori che li amano e che li vogliono proteggere.
Non possiamo più accettare una morte di una donna, di un bambino ed i maltrattamenti.
Chiediamo soluzioni urgenti, immediate” conclude mamma Giada.
Alla manifestazione intervenuta anche una attivista femminista Pina Nuzzo che come ci racconta ha sentito il dovere di essere presente al sit-in al fianco delle mamme perché “ come femminista storica sento la responsabilità di ciò che abbiamo lasciato di irrisolto sulla questione della maternità. Non abbiamo vigilato a sufficienza sulle leggi che venivano fatte, non abbiamo esercitato un controllo e un movimento femminista, un momento di donne che non guarda alla vita concreta, materiale delle donne, per me non è un movimento femminista”.
Pina Nuzzo ritiene “indegna di un Paese civile” la vicenda degli allontanamenti dei figli dalla mamme ed aggiunge “ non me ne importa niente di tutte le dirette, le iniziative che stanno facendo i politici in questi giorni. C’è un dato di fatto, i bambini stanno soffrendo perché dei padri hanno deciso di usarli come clave contro le mamme, perché? Perché le mamme sono donne, non è il contrario, le mamme sono donne e, quindi, vanno penalizzate, addomesticate, distrutte; questo è inconcepibile.
E, quindi, io oggi sono qui per quel poco che posso fare, ma non smetterò di essere accanto a queste donne”.
E conclude “ non avrei mai immaginato che le Istituzioni avrebbero permesso di usare i figli come delle clave contro le madri. Io mi auguro che tante più donne, tante donne che hanno anche la mia storia, abbraccino questa battaglia che è fondamentale anche per quello che abbiamo fatto prima”.
Interviene anche l’avvocato Lorenzo Stipa, legale di Laura Massaro e di altre mamme che sono accusate della Pas e simili, le stesse che da anni si vedono rigettare reclami anche in Corte d’Appello nella totale violazione delle normative vigenti e delle procedure.
“Chiediamo un intervento concreto perché le parole non basano più, chiediamo che vengano sospesi tutti gli allontanamenti, e venga fatta chiarezza su tutte le procedure, tutte le procedure in cui è stata nominata a qualsiasi titolo la alienazione parentale e che abbia prodotto un allontanamento da una madre”.
E’ presente anche nonna Simonetta, madre di Laura Massaro che è chiusa in casa dal 4 giugno a causa di un decreto di allontanamento emesso del tribunale per i minorenni di Roma. Laura Massaro è presidente del Comitato madri unite contro la violenza istituzionale, l’abbiamo vista manifestare davanti ai tribunali per chiedere semplicemente giustizia per sè stessa e soprattutto per suo figlio. L’abbiamo vista impegnata con il suo comitato in aiuto di mamme nella sua stessa condizione, l’abbiamo vista con cartelli ed in sciopero della fame. Altra mamma accusata di Pas e costrutti ascientifici simili.
Pensiamo solo un istante cosa possa provare il piccolo L., figlio di Laura (come tanti bambini) che da anni vive nel terrore di essere allontanato dalla propria madre con la quale vuole vivere. Il piccolo L. ha scritto una lettera accorata a tutte le Istituzioni, compresa la ministra Cartabia e il presidente della Repubblica Mattarella chiedendo semplicemente di restare a vivere con la sua mamma.
La nonna Simonetta ci racconta che tutto inizia “nel 2012 quando (mia figlia) si è separata dal compagno. Mio nipote aveva due anni e 8 mesi quando è sorta la questione dell’affido del minore”. Simonetta precisa che “il tribunale ordinario ha deciso per una frequentazione e affido condiviso” .
Simonetta evidenzia che suo nipote ha cominciato a dare evidenti segni di paura quando doveva incontrare il padre, ha cominciato ad avere degli atteggiamenti che non aveva mai avuto. Poi il piccolo si è ammalato di una malattia autoimmune, motivo per cui è sotto cure.
“Da quando è uscito questo decreto di allontanamento il 4 giugno 2021 il bambino non vuole uscire di casa perché ha paura di essere prelevato”. Ed aggiunge che hanno provato a prenderlo più volte”. La famiglia Massaro ha impugnato il decreto con una richiesta di sospensiva alla Corte d’appello di Roma che però è stata rigettata in data 2 novembre.
Insomma, L. vive nel terrore e nello stesso tempo la sua maturità gli dà quella forza che sprona mamma e nonni a combattere per lui. Si augurano che vengano rispettate le normative e, quindi, anche il desiderio, la volontà di L..
Queste situazioni causano anche perdite di proprietà e la condanna alle spese processuali.
Giulio F., una testimonianza maschile, un uomo che ha lottato per impedire il prelievo coatto di due bambini, figli di una parante. Ha lottato con anima e cuore ed è riuscito a bloccare il prelievo coatto, così i due bimbi sono rimasti con la loro mamma.
“Io sono venuto a sostenere Giada, Laura e tutte le mamme che si trovano in questa situazione, vittime del sistema dopo aver denunciato gli uomini violenti, non vengono tutelate e vengono abbandonate. Non hanno più una vita propria”.
Ci racconta Giulio che molte di queste madri hanno perso i loro figli, collocati con la forza in case famiglia o presso il padre violento ed aggiunge “ ci sono mamme barricate che devono resistere alle Istituzioni, che non tengono conto di quello che i bambini hanno provato a dire, a spiegare sulle violenze subite”.
Giulio ci porta una testimonianza di una parente che sta subendo da 3 anni questa violenza, ma precisa che ultimamente il tribunale civile ha accolto la loro istanza “per capire per quali motivi i bambini rifiutano il padre. Il motivo come spesso dicono non è colpa della madre, ma dei comportamenti violento del padre”.
Si ringrazia il magistrato che ha sospeso il decreto di allontanamento dei due bimbi dalla mamma, avendo agito e privilegiando il reale interesse dei bambini, proteggendoli da ulteriori violenze, dal terrore e dal tragico allontanamento dalla loro mamma, ascoltando la loro volontà, in sostanza rispettando le normative.
Giulio conclude il suo intervento alla manifestazione in supporto delle donne “ vittime prima la mamma per le violenze e poi loro figli perché vengono sradicati allontanati dall’affetto più caro”, la mamma, augurandosi che “questa manifestazione possa sensibilizzare anche altri uomini e padri che intervengano a tutelare le donne”.
Si trovava nella Piazza Cairoli anche Arianna Cigni, giornalista e conduttrice televisiva del programma Luce Nuova sui fatti su Telelazionord.
“Sono qui per testimoniare la gravità della situazione delle donne. Dal gennaio 2021 sono state uccise bene 108 donne, praticamente una ogni tre giorni, qualcosa di veramente agghiacciante. La maggior parte sono state uccise dal partner o ex partner, quindi nonostante le campagne di sensibilizzazione ed il codice rosso, la situazione ancora non cambia, le donne continuano ad essere uccise”.
“Non solo parole nella giornata simbolo delle eliminazione della violenze su donne e bambini, ma fatti concreti ed urgenti” chiedono le donne ed uomini che lasciano Piazza Cairoli sotto una pioggia dirompente.
Francesca Romana Cristicini