L’accordo in materia fiscale sugli 8 miliardi previsti dalla Manovra di Bilancio 2022 e destinati alle imposte dirette “rischia di avere un impatto irrilevante, non possiamo parlare di una riforma strutturale del fisco.
Si dovrebbe intervenire sul cuneo fiscale per una riduzione del costo lavoro con vantaggio per i lavoratori, che potrebbero avere uno stipendio netto maggiore, e per le imprese, che sarebbero più competitive. La crescita di questo periodo è di rimbalzo e per questo dobbiamo rafforzare il sistema delle imprese”.
Lo ha detto il presidente di Unindustria, Angelo Camilli, intervenendo a Sky tg 24.
Quanto all’Irap, a cui sarà destinato uno degli 8 miliardi previsti dalla manovra per gli interventi in materia fiscale, Camilli non ha esitato a definirla una “tassa odiosa” nei confronti della quale “alla prova dei fatti non si riesce mai a intervenire.
Ci auguriamo che si possa fare un intervento strutturale. L’Irap è un’imposta che preme sulle Pmi in maniera rilevante”.
In questo senso procedere a una riforma “significherebbe rendere le aziende più operative di fronte alla transizione digitale ed energetica che ci sarà nei prossimi 1-2-3 anni”, durante i quali “si devono realizzare investimenti decisivi per il futuro. Siamo tutti d’accordo che è l’imposta a minare la competitività rispetto agli alti Paesi europei, ci auguriamo che in una prossima riforma strutturale del fisco venga affrontata”.
Secondo il numero uno degli industriali del Lazio, infine, c`è “il tema dei giovani non viene trattato: bisogna incentivare assunzione dei giovani da parte delle imprese”.
Quanto al reddito di cittadinanza, poi, “in 2 anni ha creato 423 posti di lavoro” per cui “è evidente che non ha funzionato sul lato delle politiche attive. La chiarezza va fatta distinguendo strumenti e risorse: servono maggiori risorse alla creazione di lavoro e quindi riforme strutturali per dare più efficienza allo stato e competitività alle imprese”.