“L’assassinio della Storia. Il tramonto del pensiero giudaico-cristiano” è la nuova opera di Maurizio Agostini, in cui ha deciso di esporre le sue argomentazioni utilizzando tre prospettive diverse: il linguaggio della filosofia, il linguaggio della letteratura e il linguaggio della profezia. Ne risulta un saggio controverso e dal sapore apocalittico: un’acuta e amara riflessione su questa nostra epoca travagliata, segnata negli ultimi anni dalla pandemia di Covid19. Dalla premessa all’opera: «Questo saggio propone le seguenti tre tesi: 1) Il pensiero giudaico-cristiano che ha plasmato l’Occidente negli ultimi duemila anni è al tramonto, anche nelle sue declinazioni laiche, e ciò comporterà la morte della Storia, che fu invenzione giudaica. 2) Il tramonto del pensiero giudaico-cristiano e la morte della Storia non sono fenomeni casuali né inevitabili ma sono dovuti a forze potenti che operano in lassi temporali ‘lunghi’. La loro scomparsa non è quindi un accidente, o un’evoluzione inevitabile, ma un Assassinio. 3) Quello che succederà ‘dopo’ non è dato sapere ma sono note le speranze sia degli assassini che delle vittime». L’autore parla della crisi del pensiero giudaico-cristiano e della conseguente fine del concetto di Storia per come lo conosciamo, andando fino alle origini di tale nozione: «Chi inventò la Storia furono gli ebrei e lo scrissero, assai bene, nella Bibbia ma le sue caratteristiche furono plasmate nell’ambito della cultura cristiana. Per la prima volta il popolo di Jahvè pensò al ‘Tempo’ come composto da un ‘Passato’, difficile e tormentoso a causa del peccato dei progenitori, da un ‘Presente’, di sofferenza ma di redenzione, e da un ‘Futuro’, luminoso perché, alla ‘Fine dei Giorni’, gli ebrei torneranno dalla diaspora, arriverà il Messia che ricostruirà il Tempio di Gerusalemme e il Tempo finirà». Con il tramonto del pensiero giudaico-cristiano si è arrivati quindi anche all’assassinio della Storia; l’autore vede le prime avvisaglie di questo dramma nelle parole di Friedrich Nietzsche, che per primo trattò della morte di Dio. Tale morte, per Agostini, rappresenta il tramonto della dimensione metafisica che pensa che Dio sia la causa di tutto, ma anche di quella progressista e mondana degli illuministi, nelle sue varie declinazioni kantiane, hegeliane, marxiane o freudiane, che davano in ogni caso una direzione alla Storia – «Dio, morendo, trascina con sé tutta l’essenza del mondo occidentale». Ci troviamo oggi di fronte a un periodo di transizione proprio a causa di tale lutto, che comporterà soprattutto una radicale metamorfosi dell’essere umano in qualcosa che, secondo le prospettive apocalittiche dell’autore, di umano avrà ben poco.
Genere: Saggio politico-filosofico
Pagine: 136
Prezzo: 9,90 €