Sei cani legati, quasi certamente, al fenomeno criminoso dei combattimenti tra cani, sono stati salvati grazie a Humane Society International (HSI) e alla Fondazione Cave canem (FCC) e portati in un rifugio sicuro per essere curati e riabilitati.
Nell’ambito di un intervento più ampio, è stato scoperto dagli agenti uno spazio allestito come palestra per l’addestramento e predisposto per la riproduzione degli animali.
I cani, quattro femmine e due maschi di razza pitbull, mostrano tutti i segni dei maltrattamenti subiti: cicatrici, ferite aperte, magrezza, fobia e aggressività.
Sono stati perciò trasferiti in un rifugio di Roma a seguito della richiesta da parte della Procura di Lagonegro e della ASL di Salerno.
La custodia giudiziaria è stata assegnata alla Fondazione Cave canem, che opera in partenariato con Humane Society International nel progetto Io non combatto, per dare agli animali un riparo accogliente, le attenzioni e il supporto necessari a garantire il loro recupero psicofisico.
Al rifugio, i cani sono stati immediatamente sottoposti a tutti gli accertamenti veterinari utili a ottenere un quadro completo sul loro stato di salute e sono stati coinvolti in scrupolose valutazioni comportamentali per stabilire il miglior percorso di riabilitazione per ognuno di loro.
Il fenomeno
I cani vengono addestrati per diventare delle vere e proprie armi e sono costretti a sfidarsi fino alla morte.Attorno a questi ring girano scommesse e grandi somme di denaro.
I protagonisti dello show, però, non vincono mai, anzi, spesso vengono uccisi dopo la sconfitta o muoiono a causa delle ferite riportate. A subire immense crudeltà sono anche i cosiddetti “sparring partners”, ovvero animali più piccoli usati per l’addestramento.
Il progetto ‘Io non combatto’ si pone l’obiettivo di offrire strumenti concreti contro questo fenomeno, attraverso attività di ricerca e divulgazione scientifica, operazioni sul campo e sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Ma non solo: i professionisti coinvolti intervengono in situazioni concrete, per la riabilitazione comportamentale di cani traumatizzati e per la formazione di personale specializzato. A questo fine sono previsti nel 2022 incontri formativi, rivolti a medici veterinari, educatori cinofili, operatori di canili, magistrati e Forze dell’ordine, in modo che possano riconoscere i segnali della presenza di combattimenti clandestini sul territorio ed agire prontamente.
“Questa operazione è la prima di innumerevoli azioni integrate pensate per riportare l’attenzione su un fenomeno criminale di violenza inaudita quale è il combattimento tra animali- dice Federica Faiella, cofondatrice e vicepresidente della Fondazione Cave canem-.
Informazione, formazione, sensibilizzazione delle nuove generazioni. I sei cani tratti in salvo, presentano segni di maltrattamento evidenti e disagi comportamentali di rilievo.
Al loro fianco ci sarà d’ora in poi un team di medici veterinari e educatori cinofili che li accompagneranno in un percorso di recupero restituendo l’equilibrio perso e donando loro la speranza di una famiglia”.
La Fondazione
Cave canem è un’impresa sociale al femminile nata con l’obiettivo di migliorare il rapporto tra animali ed esseri umani. Persegue in tutta Italia obiettivi di grande impatto sociale, con risultati concreti e misurabili. Finanzia modelli di co-progettazione, campagne di sensibilizzazione e pratiche di inclusione sociale per cambiare il destino e tutelare i diritti di animali in difficoltà, in particolare cani e gatti.
Francesca Ruggiero