Famiglie monoreddito, lavoratori precari, madri sole, anziani. Sono loro i “nuovi poveri” figli della pandemia, aumentati in modo esponenziale nell’ultimo anno e mezzo. Uomini e donne, in prevalenza italiani con un’età compresa fra i 36 e i 50 anni, costretti per la prima volta a bussare alle porte della Comunità di Sant’Egidio per chiedere aiuto.
Per non lasciare indietro nessuno, da marzo 2020 la Comunità ha moltiplicato i propri sforzi. Un impegno che prosegue anche a Natale, con la campagna solidale “Aggiungi un posto a tavola”, per regalare ai più fragili un pranzo degno della festa.
Il 25 dicembre, Sant’Egidio vuole raggiungere almeno 80mila persone in difficoltà sparse in tutta Italia, 240mila in tutto il mondo, per regalare loro un pasto abbondante e vivere una festa che non escluda nessuno. Per contribuire basta un sms o una chiamata da rete fissa al numero 45586. L’iniziativa è attiva fino al 27 dicembre.
Per misurare il disagio che percorre la Penisola da Nord a Sud basta contare il numero, triplicato, di pacchi alimentari distribuiti da Sant’Egidio dall’inizio della pandemia, circa 500mila. Oppure quello dei pasti serviti nelle mense e in strada, più che raddoppiato a quota un milione. Non solo: per rispondere all’aumento del bisogno, sono sorti nuovi centri per la distribuzione di cibo in ben 30 città.
Solo a Roma il numero delle strutture è passato da 3 a 28. È evidente come la pandemia abbia esacerbato un disagio cronico e ampliato la forbice delle disuguaglianze. Le statistiche ufficiali certificano il malessere che i volontari hanno potuto osservare in presa diretta negli ultimi 18 mesi.
Si stima siano oltre 1 milione le persone scivolate sotto la soglia della povertà assoluta nel 2020, portando il numero totale a 5,6 milioni di individui, compreso 1 milione e 330mila minori. “Le ferite del Covid sono ancora aperte– ha affermato il presidente della Comunità di Sant`Egidio, Marco Impagliazzo- Questa stagione di emergenza non si è ancora conclusa e si può affrontare soltanto insieme. Bisogna superare l`inerzia e lo stordimento di questo periodo che ci ha provato: i cittadini e le istituzioni devono unirsi per una grande mobilitazione in favore di chi ha subito maggiormente le conseguenze economiche e sociali della pandemia. C’è bisogno di un salto di solidarietà e responsabilità. Le feste di Natale, momento caldo e di famiglia, saranno l’occasione per aggiungere un posto a tavola e per non dimenticare chi ha bisogno”.