Romina Caruana attrice e scrittrice siciliana di successo è recentemente uscita in libreria con il nuovo romanzo “Gli amori di Cucù”, edito da A&B Edizioni. Una Dark Romantic Comedy ambientata tra Roma e Los Angeles che narra le vicende di Cucù Salami, un’attrice quarantenne, adorabile e disarmante, alla disperata ricerca di un amore in una società piena di cinismo. Cucù rappresenta l’archetipo universale di una donna alla ricerca del ‘e vissero felici e contenti.
La sua storia è la storia di ogni essere umano alla ricerca del vero amore. L’unicità di Cucù sta nella sua capacità di essere appassionata, acuta e piena d’entusiasmo. Questa inusuale combinazione la rende irresistibile. Attraverso un candido sguardo su ciò che significa ‘cercare la verità’ in ogni forma, la storia di Cucù è una celebrazione dell’essere umano nelle sue forme più stravaganti, dipinta con humor perfino nei contesti più contorti.
Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitarla. Grazie Romina per averci dedicato un po’ del tuo tempo.
Romina con il tuo romanzo che cosa vuoi regalare al lettore?
«‘Gli Amori di Cucù’ è un viaggio di una donna attraverso i sensi. La nostra protagonista ha un sesto senso sviluppato, la sua ghiandola pineale è particolarmente attiva, sarà forse grazie anche al minuzioso training attoriale a cui è stata addestrata. Cucù sperimenta visceralmente non solo gli uomini ma anche i posti che vengono descritti come personaggi, i luoghi hanno anime. Lei fin dall’inizio di ogni incontro percepisce da subito se c’è una stonatura negli uomini che incontra per il semplice fatto che è in ascolto non solo dell’altro, di se stessa e del luogo in cui si trova e non indietreggia mai».
Perché andrebbe letto il tuo libro?
«Il romanzo mette in luce il mondo dell’amore, delle coppie e degli incastri psicologici in cui più o meno cadiamo tutti. L’amore dovrebbe essere l’elemento più facile da attivare, proprio in quanto concetto universalmente ambito da ogni essere umano, eppure rimane, per certi aspetti, un sentiero incomprensibile. ‘Gli Amori di Cucù’ andrebbe letto per i tanti micro cosmi che vengono esplorati come l’amicizia, i training attoriali, la pole dance e il rapporto animistico che la nostra protagonista tesse con i luoghi, oggetti, elementi, alimenti e agenti atmosferici, esseri viventi che possono vincere sull’uomo».
Chi è Romina Caruana?
«Mi definisco una story-teller, racconto cioè delle storie attraverso il mio lavoro come attrice, come scrittrice e come produttrice. Sono affascinata dalle storie vere, credo che superino di gran lunga ogni possibile fantasia. Convinta che la cosa più complessa e al contempo affascinante sia proprio l’essere umano e le sue dualità, mi diverte indagare le contraddizioni comportamentali che hanno sempre origine da un bisogno non appagato del sé».
Sei attrice e autrice di due romanzi. Come riesci a essere così poliedrica?
«Sono due lavori apparentemente distanti ma hanno un’origine che li accomuna: la ricerca maniacale della conoscenza del sé e della comprensione delle cose che ci circondano».
Quando nasce la tua voglia di raccontare?
«Ho sempre amato scrivere fin da piccola, sono cresciuta in un paesino siciliano in cui si faceva fatica a parlare dei propri sentimenti e dei propri sogni o ambizioni; i desideri venivano tenuti a bada, distinguevo tra le cose che potevo condividere e ciò che rimaneva solo per me. Così cominciai a scrivere! I miei diari divennero i miei migliori amici, scrigni segreti di sogni e fantasie. Un mondo parallelo in cui tutto era possibile, anche per quella bambina di provincia».
La scrittura può essere catartica?
«La scrittura può essere mille cose, a seconda di quale momento ti trovi nella tua vita. Per me la scrittura mette insieme i pezzi di un puzzle che lentamente chiariscono, danno un senso al tutto, una sorta di risoluzione dei perché indagatori. È l’unico strumento, la scrittura, in grado di restituirmi un senso dignitoso dei perché delle cose. I miei pensieri spesso sono diventati nero su bianco di notte, quando ancora l’inconscio ha il sopravvento sulla razionalità».
Di Patrizia Faiello
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