Roma, 28 dic. – Rome Business School, scuola parte del network Formación y Universidades creato nel 2003 da De Agostini e dal Gruppo Planeta, ha pubblicato lo studio: “Silver economy: analisi di un settore in costante crescita capace di contribuire allo sviluppo di un’economia italiana vibrante, innovativa e sostenibile”.
La ricerca, a cura di Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca della Rome Business School e Katerina Serada, Fondatrice del SDG Hub (Center for Sustainable Economies and Innovation), fa un’analisi sull’impatto dell’aumento della popolazione over 65 in Italia e nel mondo, e studia come ciò rappresenta un’importante opportunità di business e di sviluppo tecnologico. Stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti demografici senza precedenti. L’aumento dell’aspettativa di vita e il calo dei tassi di fertilità, combinati con il miglioramento degli standard di vita e dell’assistenza sanitaria, hanno attivato un processo completamente nuovo nella storia umana: l’invecchiamento della popolazione globale. Secondo le Nazioni Unite, nel 2020 è stata raggiunta la soglia di 727 milioni di persone con più di 65 anni a livello globale e si prevede che questa cifra raddoppierà, raggiungendo 1,5 miliardi di abitanti over 65 già nel 2050
Tutte le regioni del mondo sperimenteranno un’inversione storica: gli over 65 supereranno i bambini sotto i 15 anni entro il 2075. Nel 1995 l’Italia è stata la prima nazione a sperimentarla, ora sono 34 i Paesi sviluppati a presentare questo trend, che continuerà ad aumentare e coprirà 90 Paesi entro la metà del secolo. Il mondo intero assisterà a questa transizione epocale proprio a partire dal 2075. Entro il 2030, i cittadini con oltre 50 anni costituiranno il 32% dell’intera popolazione della zona geografica Asia-Pacifico. Nell’UE invece, le persone di 65 anni o più rappresenteranno il 31,3% della popolazione entro il 2100, in aumento rispetto al 20,6% nel 2020, e l’età mediana dovrebbe aumentare di 4,9 anni, passando dai 43,9 anni registrati nel 2020 ai 48,8 anni previsti per il 2100. La più alta età mediana nell’UE è prevista per Italia, con un picco di 53,6 anni, dopo la Corea del Sud (56,5 anni) e il Giappone (54,7), le età mediane più alte nel mondo. La quota di coloro che hanno 80 anni o più nella popolazione dell’UE aumenterà tra il 2020 e il 2100, dal 5,9% al 14,6%
I NUMERI DELLA SILVER ECONOMY – Per silver economy si intende il complesso di attività economiche rivolte specificamente alla popolazione con 65 anni o più che cessano, parzialmente o totalmente, l’attività lavorativa, passando da uno stile di vita attivo a uno stile di vita “differentemente attivo”. I silver rappresentano il 23% della popolazione italiana, pari a circa 14 milioni di persone, di cui oltre la metà donne, e diventeranno oltre 16 milioni nel 2030. Parte dei silver appartengono anche alla categoria “baby boomers” (coloro nati tra il 1946 e il 1964), e attualmente controllano tre quarti del patrimonio netto mondiale, grazie anche al fatto di aver goduto di un’epoca di rapida crescita economica con salari stabili. Dato che il loro reddito lordo medio globale sarà il più alto tra tutti i gruppi di età entro il 2030, le loro spese determineranno l’avvio dell’era della Silver Economy. Guardando ai numeri, a livello mondiale, nel 2020, nell’Asia pacifica il potere di spesa degli anziani è stato stimato attorno ai 3,3 trilioni di dollari. La Cina è il Paese con il maggior numero di silver spenders, con quasi 1 trilione di dollari di potere di spesa nel 2020, che costituisce 1/3 della spesa annuale dei consumatori globali. In Germania, un terzo della spesa totale è attribuita alle persone che hanno più di 60 anni, una cifra dovrebbe aumentare fino al 41% entro il 2050
I SILVER IN ITALIA – Rispetto al passato, secondo l’Osservatorio Senior delle Poste Italiane, i nuovi silver hanno modificato stile di vita e abitudini. Solo il 13-14% degli intervistati afferma che a 65 anni si sente anziano, non sentono il bisogno di essere aiutati e continuano a svolgere le loro attività quotidiane in maniera indipendente. Non solo, i silver sono il “perno familiare”: oltre 9 milioni di nonni si occupano dei nipoti e oltre 7 milioni contribuiscono con risorse monetarie alla famiglia di figli e nipoti. È da considerare che sono una generazione più benestante delle generazioni precedenti e successive: con oltre 20,3 mila euro il reddito reale equivalente delle famiglie con a capo un over 65 è superiore dell’11% rispetto al totale e del 25% rispetto alle famiglie con a capo un under 34. Si tratta poi di un trend in costante crescita: la quota di ricchezza della parte più anziana della popolazione sul totale delle famiglie italiane è passata in 20 anni (dal 1995 al 2016) dal 20,2% a quasi il 40% del totale. Inoltre, in Italia, i senior sono 5,9 milioni e le donne 6,8 milioni. Gli uomini hanno un reddito pensionistico annuo complessivo di 135,8 miliardi di euro, circa 25 miliardi in più delle donne (il reddito medio pro capite è di euro 23.156 per gli uomini e 16.254 per le donne). In più, la porzione di popolazione pensionata più numerosa è quella tra i 70 e i 74 anni – quasi 3 milioni di persone – ed è anche quella più ricca, detenendo un reddito complessivo di poco meno di 59 miliardi di euro, circa 700 milioni in più della fascia dei 65-69 anni, la quale percepisce però il reddito medio pro capite più alto: 21.342 euro
L’IMPATTO ECONOMICO DELLA SILVER ECONOMY IN ITALIA – In Italia esiste una Silver Society, in quanto attualmente non ci sono fattori che possano suggerire un’inversione dell’invecchiamento della popolazione. Attualmente, la popolazione over 65 rappresenta il 23,2% del totale, quella fino a 14 anni di età il 13%, quella nella fascia 15-64 anni il 63,8%, mentre l’età media si è avvicinata al traguardo dei 46 anni. Entro il 2050 le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 35% del totale secondo lo scenario attuale. In Italia, il valore aggiunto riconducibile ai settori economici in cui la silver economy ha un impatto diretto è di almeno 43,4 miliardi di euro. Il settore che beneficia di più della spesa dei Silver è l’abitazione (il 48,7% del totale della spesa media mensile dei single over 65), seguita dalla spesa alimentare: il consumo per prodotti alimentari e bevande analcoliche delle coppie over 65 è più alto di circa il 12% di quello delle corrispondenti tipologie familiari più giovani. Il terzo settore per importanza è quello dei trasporti (il 9% della spesa mensile) e, naturalmente, anche la spesa per i servizi sanitari e per la salute dei silver è rilevante: 167 miliardi di euro in Europa, circa il 53% di tutta la spesa per la salute che in Italia rappresenta il 6-7% della spesa mensile degli over 65.
L’IMPORTANZA DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA – Continua a crescere quindi anche la domanda per i prodotti destinati ai consumatori silver. Questo avrà un impatto significativo sullo sviluppo dei prodotti e porterà alla convergenza dei mezzi e delle tecnologie di assistenza con i beni di consumo, con un impatto diretto sulla competitività delle PMI che producono ed esportano beni nei “mercati dell’invecchiamento” in tutto il mondo. Per rimanere competitive nel contest della globalizzazione, le PMI dovranno investire nella ricerca e nello sviluppo della loro offerta e fare anche molta attenzione al mondo digitale. Uno studio del Pew Research Center ha infatti riscontrato che esiste una crescita importante nell’utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli over 65: si registra un sostanziale incremento nell’adozione e utilizzo di Internet, smartphone, “banda larga” e tablet. In particolare, il futuro della Silver Economy sarà legato all’uso di nuovi servizi abilitati da assistenti vocali, sensori IoT, wearable e sistemi di Augmented Intelligence e Machine Learning. Le nuove tecnologie hanno svariate utilità: possono essere applicate alle abitazioni (smart homes, robot per la pulizia, sistemi antintrustione), nella mobilità (mezzi self driving e sistemi di navigazione e geolocalizzazione wearable), per il benessere e la salute (servizi tecnologici integrati per monitorare la salute e offrire assistenza a distanza). Vale la pena ricordare che l’invecchiamento è spesso accompagnato da una maggiore probabilità di disabilità e di limitazioni funzionali. Difatti, è in crescita anche l’interesse globale per la “tecnologia assistiva” e per tutte quelle soluzioni innovative che contribuiscono all’autosufficienza. Aumenta anche la registrazione di brevetti in tutte le categorie legate a questa tipologia di tecnologia, come robot, IoT, AI, sensori avanzati, sistemi di interfaccia vocale e così via. Si tratta pertanto di un business di enormi dimensioni: più di 1 miliardo di utenti hanno attualmente bisogno di tecnologia assistiva, una cifra che dovrebbe raggiungere i 2 miliardi entro il 2050. I dati dimostrano che il futuro dei senior sarà indubbiamente legato in modo indissolubile all’evoluzione tecnologica, determinando così una doppia opportunità: sia per gli stessi senior di allungare e migliorare in qualità la loro vita attiva, sia un’opportunità di mercato, per chi saprà offrire servizi utili, semplici da utilizzare, sicuri e al giusto costo
IL PNRR E LE OPPORTUNITÀ DA COGLIERE – Ad oggi, siamo poco preparati ad affrontare l’invecchiamento persistente della popolazione, un cambiamento inevitabile e di lunga durata che caratterizzerà i nostri sistemi economici e le nostre società. Dobbiamo quindi adattarci alla nuova realtà demografica, sociale ed economica e sviluppare nuovi modelli di contratti sociali e di welfare che siano in grado di poter gestire i costi e le sfide dell’invecchiamento. In Italia attualmente nessuno dei principali programmi politici contiene misure o risorse finanziarie adeguate per far fronte a questo tipo di cambiamento demografico. Il PNRR ha affrontato l’invecchiamento come una sfida e non come un’opportunità, non ha visto nella Silver Economy una delle vie per il rilancio economico del sistema Paese, non si concentra sulle opportunità di avere una leadership digitale e tecnologica nello sviluppo di soluzioni a supporto dell’active aging e della long and healthy life, o in prevenzione e monitoraggio effettivo (smart nursing, smart cities, smart homes, etc). Per Valerio Mancini, “vincere questa sfida demografica significa capire il cambiamento di stili di vita, investire sul welfare integrato, nei nuovi bisogni dei silver e trasformarli in un’offerta mirata, anche attraverso una sempre più fondamentale sinergia tra pubblico e privato, favorendo così l’invecchiamento attivo e la massima partecipazione sociale di questa grande e sempre più predominante fascia di popolazione”. La ripresa economica in Italia dipenderà quindi dalla capacità dell’economia e delle istituzioni di adattarsi attraverso approcci innovativi e olistici al policy making e partnership strategiche con una vasta gamma di stakeholder, in modo da trasformare le sfide in opportunità.
Francesca Romana Cristicini