Il narcisista ha un costante bisogno di ammirazione e riconoscimento da parte degli altri, ha mancanza di empatia, presenza di invidia verso gli altri, mancanza di autentico interesse per gli altri, come pure la impossibilità di costruire relazioni profonde e durature.
Le persone narcisiste sentono il bisogno di dimostrare la loro superiorità (che superiorità non è) nella vita, sia sul lavoro che nelle relazioni.
Nelle relazioni affettive tendono ad essere poco attente ai bisogni del partner, appaiono dominanti, arroganti, controllanti, oppure così gentili e premurosi; spesso passano da carnefici a vittime.
Il manipolatore utilizza diverse armi nei confronti della sua vittima. Denigrazione, minacce, senso di colpa, umiliazioni, presunzione, arroganza: il narcisistica patologico mira ad avere totalmente la vittima in suo potere, cercando spesso di isolarla e di farle interrompere i rapporti con i suoi cari.
Il narcisista manipolatore ha tante facce (un attore nato, da oscar!) con cui sa mostrarsi all’esterno simpatico, socievole, gradevole, vittima, ma non ama nessuno e ha un’immagine negativa di sé stesso. Cerca di distruggere nelle altre persone ciò che lui non è in grado di raggiungere, ossia felicità, desiderio, piacere, amore. La difficoltà, nelle relazioni amorose, è proprio determinata dal fatto che per il manipolatore è inconcepibile mettersi in discussione, perché si ritiene sempre nel giusto, considerando che gli altri sono sempre quelli che hanno torto.
Donne ci ricorda qualcuno?
Il mondo in cui il narcisista o il soggetto violento in genere, trascina la propria compagna è un mondo intriso di bugie e mistificazioni, maschere e linguaggio contorto ed incomprensibile, comunicazioni artefatte, instabilità ed arroganza.
La vittima non sempre è consapevole della prigione in cui è caduta, spesso tenta di salvare il rapporto, soffoca la propria identità, viene schiacciata dalla morsa quotidiana degli svilimenti, dei silenzi, delle aggressioni verbali, fisiche, sessuali, dei tradimenti palesi e comunque negati.
Se dalla relazione sono nati figli, lo scenario peggiora ulteriormente.
I bambini vengono solitamente strumentalizzati senza pietà dal padre violento e narcisista. Il narcisista o comunque disturbato, con la compagna, adotta, in genere, due diversi schemi comportamentali: l’indifferenza o l’intrusione morbosa.
Il genitore narcisista tendono a rimanere indifferenti alle esigenze emotive e materiali dei propri figli. I bambini vivono in un clima di costante violenza, trascuratezza, instabilità emotiva, in un clima contraddistinto dalla assenza della figura di un genitore.
Il narcisista è privo di attenzioni, può, sporadicamente, condividere brevi momenti con i figli, si lancia andare a volte a prediche che gli danno l’idea che stia contribuendo alla sua educazione, ma nello stesso tempo può essere coercitivo, autoritario, punitivo più per rafforzare il proprio “potere” , come pure facendogli vivere un regime al 41 bis, isolamento assoluto.
Riversa la sua rabbia, il suo malessere, la sua malattia, il suo malumore sul proprio figlio e soprattutto in virtù del fatto che darà immensa sofferenza e “punizione” alla ex moglie.
Il figlio, di fatto, lo avverte come pericoloso e violento , come in effetti è, ma il narcisista darà sempre la colpa alla ex moglie/ex compagna del suo mancato rapporto con il figlio, alle sue frustrazioni e continui malesseri. Il narcisista si nutre delle sofferenze del proprio figlio e della moglie /compagna, si nutre della loro tristezza, sofferenza, immenso dolore. E’ un malato.
Donne ci ricorda qualcuno?
Ed ecco che il narcisista violento mette in atto il suo piano “strategico”, chiede l’allontanamento del figlio dalla propria mamma pur di ammazzarla in vita. Chiede il collocamento in un lager per il proprio figlio, una casa famiglia tra estranei e maltrattanti e ne chiede il rapimento con metodi violenti e coatti. Uno choc che durerà per tutta la vita.
Il violento rifiuta ogni tipo di conciliazione, altrimenti non può continuare a torturare mamma e figli. Ma cosa ci vuole a capirlo? Chi pagherà per tutti i danni devastanti che durano anni ed anni?
Un “piano, una strategia” “vincente”, perché il violento viene protetto ed aiutato da una parte delle Istituzioni, per cui il piano di annientamento diventa semplicemente “perfetto”, un vero film dell’orrore in cui si viene catapultati, ma purtroppo non si tratta di un film, ma di una realtà devastante. Non hai più un uomo violento accanto, ma una pletora di figure istituzionali accumunate dallo stesso “scopo”, uno scopo mostruoso. Lauti guadagni, la fama, il potere, etc.
Ed allora se alcuni “padri” sono diagnosticati con disturbi del pensiero, della personalità, narcisisti, violenti e pericolosi anche per il proprio figlio, come mai gli vengono addirittura affidati i figli?
Il “sistema” degli affidi illeciti, una modus operandi istituzionale, ben strutturato, ben consolidato, semplicemente “geniale” che alimentano questo apparato criminale.
Lauti guadagni, persone instabili e malate, narcisisti, violenti e pericolosi “uniti” contro innocenti bambini e donne già vittime di violenze, nella totale e consapevole violazione delle normative.
Leggi nuovi? Ne servono sempre, ma intanto ci basterebbe il rispetto di quelle che ci sono, in nome delle leggi, della Costituzione, del buonsenso, dell’amore per il prossimo.
Donne ci ricorda qualcuno? Perfettamente!
Diversamente un sano rapporto (NON VIOLENTO) è auspicabile per ogni bambino da parte di veri padri e madri uniti.
Donne unite nella difesa dei propri figli dai padri violenti che non amano i figli, ma li torturano.
UN FIGLIO SI AMA, LO SI RENDE FELICE, SERENO, NON LO SI MASSACRA CONSAPEVOLMENTE.
Di Giada Giunti