Cosa unisce un giovane e affermato imprenditore sorrentino di 37 anni presidente del primo Forum Italiano specificamente dedicato al Made in Italy, i sigari e una splendida isoletta siciliana in provincia di Trapani semiabbandonata da decenni? Per scoprirlo bisogna conoscere la storia affascinante di Lorenzo Zurino, fondatore e CEO di THE ONE COMPANY, tra le prime aziende italiane specializzate nell’internazionalizzazione delle imprese e che in meno di dieci anni, con un portfolio clienti di circa 3 miliardi di euro, è oggi un punto di riferimento per molte delle più grandi aziende italiane del settore food che esportano negli Stati Uniti. Non pago del proprio successo imprenditoriale, Zurino prima crea il Forum Italiano dell’Export che riunisce oggi centinaia di aziende, associazioni e istituzioni interessate a vario titolo all’export e al Made in Italy e poi, dopo una vacanza in Sicilia e precisamente nella zona di Marsala, decide di lanciare Efebo Sicily, il primo sigaro al mondo prodotto con foglie di tabacco siciliano. Nasce quindi proprio a Marsala la storia d’amore di Zurino con la terra siciliana che lo porterà a dare vita al suo ultimo progetto tanto difficile quanto straordinario: l’acquisto e la valorizzazione di una parte rilevante dell’Isola Grande, detta anche Isola Lunga o Altavilla, uno straordinario angolo di Mediterraneo a due passi da Marsala e a 10 minuti di navigazione da Favignana.
Per conoscere meglio l’ultimo capitolo della storia di Lorenzo Zurino lo abbiamo raggiunto via zoom nella sua casa di Milano, reduce da una difficile lotta con il Covid ma fortemente motivato a recuperare il tempo perduto a causa della malattia.
Presidente Zurino, ci descrive l’isola di Altavilla?
L’isola è un luogo naturalisticamente straordinario, tipico dell’ambiente mediterraneo ed è la più grande isola del miniarcipelago dello Stagnone che prende il nome dallo Stagnone, la laguna più vasta della Sicilia. Era formata da isolotti rocciosi, che si unirono formando appunto Altavilla probabilmente per l’allargamento dei depositi di sale molto sfruttati fin dai tempi dei Fenici. Geograficamente fa parte dell’arcipelago delle Egadi ed è compresa nella Riserva naturale orientata “Isole dello Stagnone di Marsala”. Ospita una delle poche popolazioni esistenti di Calendula maritima, considerata dalla IUCN – Unione internazionale per la conservazione della natura – una specie in pericolo critico di estinzione ed è stata inserita nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate dell’area mediterranea.
Come è nata l’idea dell’acquisto dell’isola?
Sono davvero innamorato pazzo della Sicilia ed in particolare della zona di Marsala. Quando ho scoperto fortuitamente, nel corso di un viaggio, che una famosa agenzia immobiliare metteva in vendita una parte rilevante dell’isola di Altavilla ho cominciato una lunga e complicata trattativa che si è conclusa positivamente nel giugno dello scorso anno anche grazie al supporto di importanti partner del mondo bancario e di altri amici che hanno creduto in questo sogno.
L’isola di Altavilla è certamente un luogo incantato. Cosa l’ha colpita maggiormente?
L’assoluta pace e l’energia positiva che ho sentito sulla mia pelle la prima volta che ho messo piede sul piccolo molo dell’isola. Ho subito avvertito un senso di grande tranquillità e ho capito immediatamente che lì potevo realizzare il mio sogno di tornare al contatto con la terra e con i frutti che essa può dare. Altavilla è una sintesi perfetta di tranquillità, bellezza e storia.
Quali sono state le difficoltà maggiori nel realizzare il progetto di acquisto?
La difficoltà maggiore è consistita nel maturare la forte convinzione di investire tempo, denaro e passione in un progetto che comporta notevoli difficoltà e diversi ostacoli da superare. L’isola è un contesto delicato, abbandonato da circa 12 anni, nel quale anche l’attività più semplice, come una pulizia del terreno, comporta un’accurata organizzazione anche perché desidero che qualsiasi opera venga realizzata nel più assoluto rispetto della storia dei luoghi, della flora e della fauna locali. Attualmente ho già provveduto ad una prima sistemazione dei terreni e alla riattivazione di servizi e di una parte del fabbricato esistente.
Quali sono i suoi progetti futuri in merito all’isola?
Voglio che l’isola diventi una vetrina delle potenzialità straordinarie che caratterizzano il Sud e per questo mi piacerebbe renderla un hub sperimentale nel quale far convergere tutte le migliori intelligenze che ho incontrato nel corso della mia vita per metterle al servizio del territorio. L’isola di Altavilla dovrà diventare un laboratorio di bellezza e di storia, un modello per tutto il Mezzogiorno nel segno della condivisione di idee e competenze e soprattutto della sostenibilità. Intendo riunire intorno a questo progetto non solo le istituzioni nazionali e locali ma anche grandi organizzazioni come il Fondo Ambiente Italiano e il WWF.
Ci può fare un esempio concreto di progetto di valorizzazione?
Nella mia proprietà è presente un bellissimo mulino del 1800 abbandonato da tempo che vorrei riportare all’antica bellezza di un tempo rendendolo accessibile a tutti, ad esempio per una mostra d’arte. Non voglio utilizzare l’isola per creare nuove costruzioni anche di tipo turistico ma riportare in vita quello che già esiste senza alcun intento speculativo.
Qual è la fotografia dell’isola a cui è più affezionato?
Non è semplice sceglierne solo una in un luogo incantato come Altavilla ma credo che quella che ritrae il tramonto con l’isola di Marettimo sullo sfondo sia la mia preferita.
Intervista a cura di Emidio Piccione