Il Giorno della Memoria, ricorrenza che si ripete ogni anno il 27 gennaio per ricordare le vittime dell’Olocausto e la liberazione, da parte dell’Armata rossa, del campo di concentramento di Ausschwitz, che viene celebrata con spettacoli e mostre per non dimenticare la Shoah. Giorgio Celiberti, udinese, classe 1929, artista friulano noto in tutto il mondo “da sempre impegnato a custodire, tramandare e dare voce alla memoria attraverso le sue opere”, ha realizzato per l’occasione un’eccezionale installazione pittorica di 3 metri per 50 che verrà calata dal campanile più alto d’Italia (113,20m) a Mortegliano in provincia di Udine. La commemorazione avverrà alla presenza di rappresentanze sia istituzionali che di diverse confessioni religiose quali: cristiane, ortodosse, ebraiche e islamiche. Per l’occasione la soprano plurilingue (italiano, serbo, ceco e inglese), vincitrice di numerosi concorsi lirici nazionali e internazionali, è anche la pronipote del celeberrimo Premio Nobel Boris Pasternak, nonché autore del romanzo “Il dottor Zivago”. Alla cerimonia interverranno anche il cantautore friulano Dario Zampa e il Club Diamante, con coreografia di Giulia Settomini.
Come scrive lo storico dell’arte Giorgio di Genova nel 1995 : «La visita al carcere di Terezin ha significato per Celiberti un appuntamento col destino, col suo destino di artista, rivelandogli appieno la sua vera natura con un’improvvisa illuminazione della coscienza […] Dalla metà degli anni Sessanta, insomma, Celiberti si è conosciuto, o meglio si è ri-conosciuto».
Nel 1965 Giorgio Celiberti visitò il campo di concentramento di Terezin, lager nazista vicino a Praga (ai tempi utilizzato anche come set per un film di propaganda nazista), dove furono internati oltre 15 mila bambini, e solo pochi furono salvati dallo sterminio. Lo skock emotivo fu così forte da portare Celiberti ad una svolta radicale nella sua vita artistica. I disegni tracciati sui muri dai quei bambini, ed i segni dei prigionieri come le lettere: T,Z,N,X appariranno da quella volta nelle opere di Celiberti, che ebbe modo di dichiarare: «Quello fu il momento più drammatico della mia storia di pittore…». Non a caso le opere di Giorgio Celiberti hanno testimoniato in modo struggente questa sua “esperienza” con graffi, lettere e cuori, nelle grandi tele affrescate, così come nella texture, da quel fatidico anno a oggi.
Anche per Selma Pasternak, Terenzin rappresenta un evento drammatico nella storia della sua famiglia, tant’è che in un’ intervista, ebbe a dichiarare: «Mio nonno Antonin, fratello di Boris, era dottore. Durante la Rivoluzione bolscevica si è rifugiato a Praga. E nel 1944 è stato condotto nel campo di Theresienstadt/ Terezín, dove poteva fare il medico. Compilò una lista di persone fingendo che fossero affette da una malattia rara, così salvò se stesso, sua moglie, il figlio e una certa quantità di persone. Gli hanno dedicato una targa postuma su un albero al Giardino dei Giusti, lo Yad Vashem di Gerusalemme».
L’evento di giovedi’ 27 febbraio ore 11.00 a Mortegliano sarà filmato con l’utilizzo di un drone e raccolto poi in un video.
Per informazioni info@giorgioceliberti.it e/o tel.3348229546
di Daniela Paties Montagner