“La nostra rivendicazione immediata è il blocco dell’alternanza scuola-lavoro. La critichiamo da anni, da quando è stata introdotta con la Buona Scuola di Renzi, ma in questo momento, dopo la morte di un ragazzo di appena diciott’anni, è evidente che non esiste una buona alternanza, che è una pratica sbagliata dal fondamento, e va abolita immediatamente”.
Con queste parole, Tommaso, studente del liceo ‘Pilo Albertelli’ di Roma e membro del collettivo OSA, spiega la rivendicazione principale portata in piazza ieri dal corteo del movimento della Lupa, dopo la tragica morte di Lorenzo Parelli, schiacciato da un trave all’ultimo giorno del suo tirocinio professionalizzante presso lo stabilimento della Burimec in provincia di Udine.
Ora gli studenti, come intellettuali e rappresentanti del mondo della scuola (https://www.minimaetmoralia.it/wp/altro/aboliamo-ogni-forma-di-al ternanza-scuola-lavoro/) chiedono l’abolizione di ogni forma di alternanza scuola-lavoro, che è inquadrata in modo diverso nei vari istituti superiori.
Un corteo, quello di ieri, in cui si è verificato “un atto gravissimo di repressione ai danni degli studenti”, secondo le parole di Tommaso.
“Siamo stati pesantemente caricati dalle forze dell’ordine- racconta- quando stavamo semplicemente cercando di andare in corteo al Miur, che è il referente responsabile di quello che è successo a Lorenzo.
Tanti studenti, la maggior parte dei quali minorenni, hanno riportato delle gravi ferite in testa, hanno dovuto mettere i punti, si parla addirittura di una probabile frattura al braccio per uno studente colpito da un manganello”.
Ismaele, studente del liceo Visconti, contattato dall’agenzia Dire, ha riportato una ferita in testa che è stata suturata con quattro punti in pronto soccorso. “È stata una carica veramente violenta, fuori norma -accusa lo studente- so di almeno altri tre studenti con ferite gravi. Una mia amica sta ancora male, con mal di testa pesanti, e una ferita da sei punti”. Ismaele questa mattina, ironia della sorte, è uscito per seguire il suo progetto di PCTO (ex alternanza scuola-lavoro), in un’università romana.
È ben consapevole della differenza fra le esperienze lavorative disponibili per un liceo del centro rispetto a un istituto tecnico di provincia, ma ci intravede una logica comune: “Quello di Lorenzo non era un PCTO vero e proprio, perché frequentava un tecnico- precisa- ma il discorso politico resta lo stesso: l’aziendalizzazione della scuola, che deve essere finalizzata all’inserimento degli studenti nel mercato del lavoro, prima che sviluppino un senso critico”. Gli studenti e le studentesse promettono di non fermarsi qui.
Francesca Ruggiero