Roma, 28 gen. – Fase finale del quinto scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato. Alla Camera i grandi elettori ingannano il tempo come possono. Tra Luca Zaia e Vincenzo De Luca c’e’ la sintonia che di solito matura tra colleghi: odi et amo. “Hai votato?” si informa De Luca. “Certo”, lo tranquillizza Zaia. “Ti fotografero’ e ti ricattero’ a vita. Candidare Casellati e’ stata un’intuizione luminosa”, lo sferza il governatore campano. I giornalisti ascoltano curiosi. Presidente, ma di Cassese che ne pensa? “Cassese? Altra intuizione luminosa. Mi ricorda l’ultimo Cernenko, quando lo tenevano in piedi con la stecca”, dice De Luca, e fa il gesto del braccio sorretto dalla mano. Com’e’ noto, Cernenko fu eletto segretario del Pcus, nel 1984 dopo la morte di Andropov, che era gia’ malato. Fu portato a votare alle elezioni del 1985 che era quasi moribondo.
Arriva Vittorio SGARBI e la conversazione non sale di livello. Genere amarcord. “Io e Bossi, litigavamo molto. Un giorno io stavo con Milly D’Abbraccio. Lui mi guarda e mi fa: siamo divisi su tutto, solo la figa ci unisce“. De Luca alza le sopracciglia. “Ma ti rendi conto dove stai?”, e invita SGARBI a ricordarsi che i cronisti, attorno, ascoltano. “Ma sai erano gli anni 90 – si spiega il critico d’arte- Erano tutti gay. Tu sei gay, vero?”. De Luca ansima in un silenzio teso. La mascherina vibra quando pronuncia le parole: “Te pozzan accirere“. SGARBI non sembra capire.
Massimiliano De Stefano