Si tiene, giovedì 10 febbraio 2022 a partire dalle ore 10.00 e fino alle 14.00 la diretta streaming gratuita e a esaurimento posti con la regista giapponese Naomi Kawase (Suzaku, Le ricette della signora Toku; Futatsume no mado; Mogari no mori) e la proiezione del suo ultimo film, “True Mothers”. Il film è stato scelto nel 2020 per rappresentare il Giappone ai Premi Oscar. L’incontro e la proiezione si tengono su prenotazione al link https://cinekit.it/iscrizione-evento-kawase-10-febbraio-2022/ organizzati dall’Istituto Giapponese di Cultura in Roma, in collaborazione con Kitchen Film, che distribuisce il film in Italia. L’evento prevede i saluti istituzionali di Emanuela Piovano (Kitchen Film) e di Nishibayashi Masuo, Direttore dell’Istituto Giapponese di Cultura in Roma. Quindi, la proiezione del film True Mothers (2020, 139’ con sottotitoli in italiano) e, a seguire, gli interventi online della regista Naomi Kawase – in diretta dal Giappone – di Maria Roberta Novielli, docente di Storia del Cinema e Animazione all’Università Ca’ Foscari di Venezia e di Monya Ferritti, esperta del tema adozioni. Al termine, la sessione di domande da parte del pubblico e, in chiusura, la Cerimonia di conferimento della tessera onoraria dell’ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici alla regista Naomi Kawase da parte del suo Presidente, Francesco Ranieri Martinotti.
Il film uscirà sulla piattaforma Cinekit dal prossimo 3 marzo, in occasione della Hinamatsuri, nota anche come “Festa delle bambole”, ricorrenza giapponese in cui i familiari delle bambine pregano affinché vengano loro date bellezza e salute. Durante questa festività, infatti, si pensa che le bambine “passino” la sfortuna alle bambole, allontanandola da loro stesse. Uscito al cinema lo scorso 13 gennaio, distribuito da Kitchen Film, il film è scritto e diretto da Naomi Kawase, liberamente ispirato al romanzo “Asa ga Kuru” di Mizuki Tsujimura. Il film, interpretato da Arata Iura, Hiromi Nagasaku, Taketo Tanaka, Aju Makita e Miyoko Asada è co-sceneggiato da Izumi Takahashi e si avvale della musica di Akira Kosemura e An Tôn Thât, della direzione della fotografia di Yuta Tsukinaga e Naoki Sakakibara e del montaggio di Tina Baz, Yoichi Shibuya e Roman Dymny.
Dopo la sofferenza causata da una serie di trattamenti della fertilità senza successo, Satoko e suo marito Kiyo Kazu decidono di intraprendere la strada dell’adozione. Sei anni dopo aver adottato un bambino, Satoko ha lasciato il lavoro per concentrarsi completamente sulla famiglia, che vive un’esistenza pacifica. Ma un giorno, una telefonata minaccia la felicità di Satoko e il delicato equilibrio trovato. Una donna di nome Hikari, madre biologica di Asato, vuole indietro il figlio o dei soldi. All’epoca dell’adozione Hikari aveva 14 anni. La coppia non aveva più avuto sue notizie, e Satoko credeva che la madre biologica stesse vivendo una vita tranquilla con la propria famiglia. Un giorno, mentre Asato è a scuola, Satoko riceve la visita di Hikari. Ma alla sua porta si presenta una giovane donna molto magra che non somiglia in alcun modo all’adolescente che ha dato alla luce il loro figlio adottivo. Satoko sente istintivamente che questa donna non è Hikari. E se non è Hikari, allora chi è? Cosa farà Satoko quando scoprirà lo scioccante passato di Hikari?
Nata a Nara, in Giappone, Naomi Kawase si è laureata alla Osaka University of the Arts nel 1989. I suoi documentari Embracing (1992) ed Escargot (1994) hanno ricevuto riconoscimenti internazionali e sono stati premiati nel 1995 allo Yamagata Documentary Film Festival. Nel 1997 è diventata la più giovane vincitrice della Camera d’or per il suo primo lungometraggio Suzaku, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs. Nel 2000 Firefly ha vinto sia il Premio FIPRESCI che il Premio CICAE al Festival di Locarno. Seguono poi una serie di lungometraggi selezionati in concorso al Festival di Cannes: Shara (2003), The Mourning Forest (Grand Prix 2007), Hanezu (2011) e Still the Water (2014). Sweet Bean – Le ricette della signora Toku è stato selezionato come film di apertura per la sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes nel 2015. Naomi Kawase è stata anche premiata per i suoi successi nel film documentario. Tra gli altri riconoscimenti, ha ricevuto la Carrosse d’or dalla Quinzaine des Réalisateurs (2009) ed è stata nominata Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministro della Cultura francese (2015). È stata membro della giuria presieduta da Steven Spielberg al 66° Festival di Cannes. Mostre retrospettive del lavoro di Kawase sono state organizzate in tutta Europa, anche al Jeu de Paume di Parigi (2002). Nel 2010 ha fondato l’International Nara Film Festival, dedicato alla promozione del lavoro dei giovani registi.
di Marcello Strano