D’Elia: “Nessun motivo di decoro può giustificare pratiche di dissuasione irrispettose della dignità delle persone”
“Ho presentato un’interrogazione parlamentare firmata anche da Andrea Casu, Claudio Mancini, Patrizia Prestipino e Filippo Sensi, sulla pratica attuata alla stazione Termini di Roma per cui viene gettata acqua gelida a ridosso delle vetrate che si affacciano su piazza dei Cinquecento per impedire che quello spazio venga utilizzato come rifugio per trascorrere la notte. A questo si aggiunge l’allontanamento, da parte delle forze dell’ordine, dei volontari che si occupano di distribuire pasti caldi alle persone senza fissa dimora per ‘questioni di decoro e ordine pubblico’ “. Così in una nota rilasciata sul suo profilo facebook la deputata del Pd Cecilia D’Elia. “La segnalazione– continua– è arrivata da diverse associazioni, a partire da Nonna Roma, Mama Termini, Akkittate ed altre, impegnate nel contrasto della povertà e delle disuguaglianze economiche e sociali nella Capitale. Le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di cercare soluzioni idonee e offrire la possibilità, per chi vive in strada, di trovare sostegno e rifugio in luoghi chiusi e allo stesso tempo di mettere in atto progetti a breve, medio e lungo termine per consentire la fuoriuscita da situazioni di fragilità e precarietà. In questi mesi- prosegue l’esponente dem– abbiamo visto l’impegno del Comune di Roma, in raccordo con la rete delle associazioni e dei volontari per rafforzare i percorsi di aiuto delle cittadine e dei cittadini senza fissa dimora e il cosiddetto piano freddo. In una grande metropoli come Roma è necessario uno sforzo straordinario, non abdicando mai alla solidarietà e all’attenzione verso i più fragili. Nessun motivo di decoro può giustificare pratiche di dissuasione irrispettose della dignità delle persone. L’interrogazione– conclude D’Elia– intende capire se i ministri dell’Infrastrutture e dell’Interno siano stati coinvolti in qualche modo e informati sulle pratiche messe in atto a stazione Termini e quali iniziative intendano adottare per garantire che tali pratiche non si ripetano”.
Aurora Mocci