E’ stata un grande successo l’iniziativa della Giornata Mondiale del Teatro per inaugurare l’avvio dell’ottava edizione della Giornata Nazionale del Teatro in Carcere, l’evento di formazione internazionale promosso e organizzata dal CNTiC – Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere (costituito da oltre 50 qualificate esperienze professionali -www.teatrocarcere.it) e dall’INTiP – International Network Theatre in Prison (www.theatreinprison.org) Partner dell’Istituto Internazionale del Teatro – ITI Unesco.
«I detenuti e le detenute nel recitare sembravano riappropriarsi della loro vita… Il dramma che si metteva in scena era il dramma della delle loro esistenze. Nelle opere che venivano rappresentante gli attori trovavano le parole adeguate per dirsi, per raccontarsi, per dare un nome al loro vissuto. L’intensità con cui ho sentito pronunciare nel teatro di Rebibbia l’’ultimo verso dell’Inferno di Dante: “E infine uscimmo a riveder le stelle” risuona ancora oggi in me come se fosse stato pronunciato un attimo fa. Ancora oggi mi scuote profondamente nell’animo per quel bisogno di liberazione che esprimeva ed esprime, un anelito di liberazione che abbraccia e supera quello della libertà fisica…Il teatro nell’esecuzione della pena non può essere considerato un momento di mero intrattenimento, un riempitivo di un tempo altrimenti vuoto», è quanto ha detto nell’intervento di apertura di apertura la Ministra della Giustizia Marta Cartabia.
«L’esperienza teatrale si è sviluppata in tantissimi istituti…, un valore che non va ricondotto, come erroneamente a volte l’amministrazione ha fatto nel passato, a una sorta di attività ricreativa o di intrattenimento; ma va invece inserito in quel processo del recupero del Sé che è appunto essenziale per ogni forma di possibile rieducazione sociale… La persona deve innanzitutto recuperare un proprio rapporto con il corpo che nel carcere vive in condizioni particolari sia oggettive sia soggettive. Il rapporto col corpo è un’esperienza del teatro d’avanguardia, viene messo in campo, viene sperimentato. Ma il carcere deve anche recuperare il rapporto con la parola, con il linguaggio, quindi accanto alla corporeità c’è anche la dimensione linguistica. Il linguaggio del carcere è un linguaggio di deprivazione, a volte di deprivazione anche precedente alla carcerazione; sicuramente accentuata nel momento e nel tempo della privazione della libertà», ha aggiunto il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma.
Le attività per l’VIII Giornata Nazionale di Teatro in Carcere proseguono per tutto il mese di aprile 2021 nella costruzione di un cartellone nazionale, nel mentre iniziano ad arrivare numerose note di apprezzamento per l’iniziativa non soltanto dall’Italia ma anche da Stati Uniti, Grecia, Messico, Cina, Georgia, Russia, Inghilterra, Svizzera, Mongolia.
Roberto ‘Amato